Scandalo/plagio a Sanremo, ma il problema vero è che il festival è pieno di marchette

Il brano di Meta/Moro è copia di un pezzo di due anni fa. Ma è una questione fasulla come quella dei sacchetti da due cent. Il problema vero è che tutti, Tommaso Paradiso in testa, sono lì per fare (spudorata) promozione. Nel nome di Friends & Partners di Salzano

Inutile girarci intorno, al Festival è scoppiato lo scandalo. In queste prime ore del giorno, così come in quelle della notte, perché a Sanremo si parla anche di notte, nel sonno, a tenere banco è stato il caso Meta/Moro. La canzone portata in gara dai due cantatori, Non mi avete fatto niente, infatti, sarebbe a rischio eliminazione per troppa somiglianza con un brano presente fino a poche ore fa nel sito Rai, Silenzio, presentato un paio di anni fa alle selezioni della categoria Giovani dal duo Ambra Calvani e Gabriele De Pascale. Nei social se n’è cominciato a parlare durante il Festival, poi è arrivata la rete e infine, come nella vita, la televisione, per mezzo del DopoFestival dove, nell’imbarazzo generale, Andrea Laffranchi del Corriere della Sera ha fatto ascoltare il ritornello di Silenzio lanciando il caso ufficialmente.

Ora, fughiamo l’ipocrisia. Non si tratta di somiglianza: il ritornello delle due canzoni è lo stesso. Identico. E non è lo stesso perché le note sono sette, immane cazzata (le note, anche a voler seguire questo ragionamento idiota, sono dodici secondo i nostri canoni, non sette), ma è lo stesso perché a scriverlo è stato lo stesso autore, Andrea Febo. I due cantautori, infatti, hanno dichiarato ovunque di essere partiti da una vecchia idea di Febo, e di aver scritto il resto a partire da lì.

Toccherebbe però fare un altro ragionamento, e badate bene all’uso dei verbi. Toccherebbe citare i precedenti. Tipo Cristicchi, tipo la Bertè, tipo Riccardo Sinigallia. Toccherebbe notare come la canzone sia stata prontamente rimossa dal sito Rai, seppur ovviamente presente in rete (questa cosa che la televisione e più in generale i media tradizionali siano ancora considerati quelli principali, diciamolo, è commovente). Toccherebbe magari sentire Febo, perché se Meta e Moro potevano non saperlo, lui di certo lo sapeva, che una sua canzone era stata selezionata tra i sessanta che competevano per Sanremo Giovani nel 2016. Toccherebbe fare un sacco di cose.

Abbiamo un cast di superospiti che giungono a Sanremo solo per fare promozione sul loro tour, tutti della stessa agenzia o delle agenzie consorelle alla agenzia principale – lo sapete parliamo di Friends and Partners – e il problema è un autore che ha fatto il furbo e ha riciclato una vecchia canzone già edita

Non fosse che questa faccenda che sta tenendo banco è, qui lo scrivo e qui lo confermo, il caso dei sacchetti biologici di questo Sanremo. Una immane puttanata che sicuramente terrà ancora banco, e distrarrà i soliti distratti dai macroscopici casi di conflitto di interesse che abbiamo già cominciato a vedere.

Cioè, abbiamo un cast di superospiti che giungono a Sanremo solo per fare promozione sul loro tour, tutti della stessa agenzia o delle agenzie consorelle alla agenzia principale – lo sapete parliamo di Friends and Partners – e il problema è un autore che ha fatto il furbo e ha riciclato una vecchia canzone già edita. Abbiamo Tommaso Paradiso che finisce sul palco a dire che oggi partirà la prevendita dei biglietti del nuovo tour del Thegiornalisti – Tommaso Paradiso sul palco come superospite, Santo Iddio – e ci preoccupiamo di Non mi avete fatto niente di Meta e Moro. Abbiamo Favino che copresenta con l’abilità di Adinolfi e assistiamo a una marchetta a Muccino a dir poco imbarazzante, con una gag che neanche alle recite delle elementari, e parliamo delle scoop del secolo. Per altro abbiamo Muccino nella giuria di qualità, Ravello e la Impacciatore al DopoFestival, oltre che Favino al Festival, una sorta di occupazione militare di mamma Rai, ma il problema è il plagio. Abbiamo la Pausini che tratta la Rai come se fosse roba sua, se c’è Fiorello non vengo, anzi no vengo sabato, e tutti a dirle grazie, e ci arrabattiamo a parlare di Andrea Febo.

Se proprio c’è qualcuno che andrebbe punito è la Rai, che non si è accorta di avere sul proprio sito una canzone che rende edita una canzone in gara e, quando la cosa è venuta a galla, ha semplicemente cancellato il link, come chi rompe una finestra di casa e per non farsi scoprire dalla mamma pensa sia sufficiente nascondere i vetri sotto il tappeto.

Oggi capiremo cosa farà la suddetta Rai, o meglio la commissione del Festival, a occhio niente, nonostante si parli di impiccagione in piazza Colombo. La gente vuole sangue, e probabilmente potrebbe essere il loro, perché lo show deve continuare, ci sono così tante altre marchette da fare da qui a sabato.

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