Tre cose da fare se si vuole diventare posh

Vivere da élite? Piacerebbe a tutti, ma non è semplice. Per gli inglesi (ma forse anche per gli italiani) ci sono alcune cose alle quali un vero posh non potrebbe mai rinunciare. Queste

Essere posh o non essere posh? Gli inglesi (e non solo loro) passano le giornate a discutere per capire quale comportamento possa essere ascritto alla categoria e quale no. Mangiare il farro è posh? Andare al cinema è posh? E dipende dai film che si vedono?

Accento a parte (che è, finora, l’unico elemento di certezza per comprendere la poshezza di qualcuno) esistono poche attività che tutti, o quasi, considerano posh senza ombra di dubbio. Una di queste è l’opera.

Proprio così. Secondo uno studio pubblicato da YouGov, condotto su 1600 adulti inglesi, il 76% considera le arie e i tenori parte integrante della dieta culturale di una persona posh. Coincidono, in generale, con i divertimenti della classe più alta, che è quella più ricca e, in certi casi, anche quella meglio attrezzata dal punto di vista culturale.

Al secondo posto c’è il balletto. Dopo l’Aida, lo Schiaccianoci. Sul punto sono d’accordo il 72% degli intervistati, mentre – banale banale – andare a una mostra è sì posh, ma solo per il 50%. Gli altri lo considerano normale. Sorprende invece che il teatro, che pure è uno svago ricercato e d’élite, sia visto come posh solo dal 36% degli intervistati. Ma la spiegazione è tutta nell’età: per gli ultrasessantenni non è posh, per i giovanissimi sì. Abitudini che cambiano.

E il cinema? Niente da fare. È roba alla portata di tutti: il 93% non lo considera per niente posh. Sotto ci sono solo i concerti, che gli inglesi frequentano più o meno ogni giorno dalla nascita, gli spettacoli di stand-up, il bingo e, cosa più popolare di tutti, il pub. Dove si beve, non ci sono più distinzioni di classe.

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