Il piano è semplice: si danno appuntamento sull’isoletta di Ganghwa, appena prima del confine tra Corea del Sud e Corea del Nord, preparano centinaia di bottiglie di plastica, le riempiono di riso, aggiungono qualche chiavetta usb con dentro film e serie tv, ci legano anche una Bibbia e via, le lanciano in acqua. La corrente farà il suo dovere e le porterà sulle vicine spiagge della Corea del Nord, dove potranno essere raccolte dagli abitanti.
È quello che fanno, di tanto in tanto, gli attivisti cristiani della Corea del Sud. Una battaglia molto pacifica. Lanciano un chilo di riso per ogni bottiglia: una manna, per i loro destinatari. La Corea del Nord è un Paese poverissimo e in media un abitante deve lavorare quaranta giorni per poterselo permettere.
Insieme al riso ci sono chiavette usb: sono programmi prodotti fuori dal Paese e, per questo motivo, proibiti dal regime. E infine c’è una Bibbia (sono pur sempre attivisti cristiani, eh), lanciata come provocazione e come forma di proselitismo, visto che nel Paese di Kim Jong-un anche la religione non deve esistere.
Insomma, una battaglia silenziosa ma costante, fatta di forniture di cibo e informazioni: l’obiettivo è di indebolire il regime partendo dalla base, o di preparare la popolazione a una vita diversa. Di sicuro, è la direzione in cui va la corrente.