Genova: l’inciviltà di multare i poveri che rovistano tra i rifiuti

Nel capoluogo ligure un nuovo provvedimento comunale vieta ai cittadini di frugare tra i cassonetti dell'immondizia. Multe fino a 516 euro e fino a tre anni di carcere. Invece di punire chi sporca la città, chi deturpa i beni comuni, si pensa a multare i poveracci che cercano la cena tra i rifiuti

SPENCER PLATT / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / AFP

A Genova l’estate è arrivata in largo anticipo. Si può spiegare solo con il classico colpo di sole, infatti, la decisione dell’amministrazione comunale di multare le persone che rovistano nei cassonetti dell’immondizia. Una scelta non isolata, che giustamente ha scatenato la rivolta di migliaia di parroci di strada, che sono a contatto quotidiano con la povertà. La prima domanda che vorrei fare ai signori amministratori di Genova è la seguente: Non hanno proprio nulla a cui pensare? Invece di multare chi insozza la città, che getta in strada cicche e spazzatura (ed esistono gli strumenti per sanzionare), si punisce qualche poveraccio che va a raccogliere i rifiuti per prepararsi una cena oppure per avere un letto dove dormire. Più che inciviltà, siamo di fronte a un evidente caso di stupidità. E di persone che vivono fuori dal mondo.

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