Perché finì Il tempo in cui le persone di classe portavano (sempre) i guanti

L’anno dello zenit fu il 1900. All’epoca era pressoché impossibile girare per una città e vedere persone con le mani scoperte. Esistevano guanti di tutti i tipi e per tutte le tasche. Come il cappello, non erano accessori, ma necessità sociali

Ci fu un tempo in cui il mondo era sommerso di guanti. Guanti da sera, da lavoro, per la scuola. E guanti per sparare e per andare a cavallo. Ma non solo: guanti per l’estate e guanti per l’inverno. Arrivavano in diverse foggie, stili, tessuti e tonalità. Con ricami o senza. Con imbottitura o senza. Erano ovunque: sulle mani delle persone, ma anche nei manifesti teatrali, che oltre ad annunciare le pièce li reclamizzavano. Sì, il mondo dell’epoca, in particolare in Inghilterra e negli Usa, era fondato sul guanto.

Per chi vive nella contemporaneità è quasi inconcepibile. Un secolo fa tutti avevano un paio di guanti, e li indossavano sempre. Moltissimi più di uno. Una donna dell’alta società li poteva cambiare più volte al giorno a seconda delle occasioni. Quando si logoravano, visto che erano un bene di consumo, poteva buttarli via (nota bene: lo faceva anche quando si sporcavano). I poveri, al contrario, li rattoppavano e li ricucivano. Ma nemmeno loro potevano rinunciarvi.

Lo zenit dell’età del guanto, almeno secondo la storica del design Susan Vincent, è proprio l’anno 1900. Più che un accessorio, il guanto era una necessità sociale. Tanto che esistevano altri accessori basati proprio sull’utilizzo del guanto: ad esempio l’uncino per indossarli, o la polverina per farli scorrere bene lungo la pelle. Per custodirli avevano creato sacchettini appositi, o piccole scatole. Nelle auto era presente uno scomparto tutto per loro.

Il guanto permetteva a prima vista di indovinare di chiunque l’età, il ceto, il grado di istruzione. Anche l’educazione, dal momento che si era già codificata un’etichetta delle buone maniere specifica: niente guanti quando si mangiava né quando si danzava. Per indossarli, poi, esisteva un sistema di incroci e accostamenti complicatissimo, roba che nemmeno l’Aranzulla del periodo avrebbe saputo spiegare.

E poi cosa è successo? Sono spariti, insieme a tutte le squisite cianfrusaglie della Belle Époque, come le crinoline e le operette. Tutta colpa delle guerre, come era da aspettarsi: la Prima esaurì le scorte di cuoio e fece salire i prezzi, trasformando i guanti in beni di lusso. La seconda, invece, con il razionamento del tessuto costrinse l’industria della moda a inventarsi nuovi stili. Le persone scoprirono il brivido di avere le mani scoperte e non lo abbandonarono più e i guanti restarono solo nei film in costume o nelle serate di inverno. O, come residuo di un mondo scomparso, sulle mani di Topolino.

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