Guai a rimpiangere gli anni ’90. Allora tutto era bello e sbagliato, almeno secondo quanto dicono alcuni Millennials, che svegliati dal torpore civile, hanno deciso di combattere la propria battaglia contro le trasmissioni della loro infanzia/giovinezza.
Per cui no a Friends: la colpa? Sono tutti bianchi, fanno battute omofobe. No a Sex and the City, riduttivo nei confronti della figura della donna: quattro ragazze sguaiate e sfaccendate. Non si salva nemmeno Will & Grace, che pure ha aperto alla tematica dell’omosessualità: non va bene, è intriso di stereotipi.
L’ultima, inevitabile, vittima della scure di questo pol.corr crepuscolare non potevano che essere i Simpson. Proprio così, quegli omini gialli dall’umorismo finto abrasivo sono omofobi e soprattutto razzisti. Il caso “Abu” (in inglese Apu) è scoppiato nel 2017, ma tiene ancora botta: tutto comincia quando un indiano, dopo almeno una ventina di stagioni, scopre di sentirsi offeso, anzi insultato dalla rappresentazione di Abu, che giudica negativa nei confronti della popolazione indiana. Ne ha fatto perfino un film:
E insomma, tra prese in giro di bidelli scozzesi (in Italia sono sardi) e viaggi intorno al mondo dove sono presenti TUTTI gli stereotipi possibili, anche i Simpson si avviano sul viale del tramonto. Sono nati in un’epoca più crudele e senza dubbio meno attenta. Ma in cui la gente aveva la pelle un po’ meno delicata.