Di certo non è un complimento. La povera Dolores Leis Antelo, la contadina galiziana diventata celebre perché sarebbe uguale a Donald Trump, è ormai diventata un fenomeno mediatico. Finita su tutti i giornali, su vari siti di informazione (cosiddetti e cosiddetta), ha viaggiato su Instagram e Facebook si è guadagnata quel tanto di popolarità che, verso Natale potrebbe addirittura farla rientrare nella classica carrellata dei dieci post più significativi dell’anno. E siamo solo ad aprile.
Lei, come è comprensibile, si disinteressa della cosa. Non ha cellulari, si limita a guardare le fotografie e i video dei suoi nipoti e, come scrive la Voz de Galicia, il giornale che l’ha lanciata, non è convinta da questa notorietà improvvisa. “Dicono che questa foto mi renderà famosa. Non capisco perché”.
E ha ragione: dove il resto del mondo vede la versione femminile e zappatrice di Donald Trump, lei vede il suo caro vecchio corpo, con cui si è sposata (a proposito: cosa ne pensa il marito di questa improvvisa somiglianza? Cosa diranno di lui gli amici del bar?) e ha lavorato la terra per decenni. Ma si sa, a questo mondo ancora un po’ medievale non si può più prendere in giro nessuno tranne i contadini.
Dolores Leis Antelo, prima di essere la prima sosia donna di Donald Trump, ha vissuto in campagna da oltre 40 anni, da quando si è sposata (prima ha lavorato come donna delle pulizie a La Coruña), conosce tutte le tradizioni della zona, sa usare i vecchi strumenti degli agricoltori (che ora però servono solo come decorazione) e ha preoccupazioni molto più terra terra di tutto quel popolo della rete che, dai giornali spagnoli fino al Corriere della Sera, le ride dietro: ad esempio, la tecia solanivora del Guatemala, un insetto infestante che dal Sudamerica ha raggiunto, non si sa come, anche la Spagna. Prima le Canarie e poi le patate della Galizia. “Quest’anno non si è vista in giro”, ha detto con sollievo.