Milan, ora sono guai: dalla rimonta Champions al rischio baratro

I rossoneri si salvano pareggiando 1-1 col Sassuolo. Il quarto posto ora è a 8 punti. Ma il Milan ha migliorato su diversi aspetti. Forse l’anno prossimo sarà maturo per obiettivi più ambiziosi

La rincorsa al quarto posto per la partecipazione alla prossima Champions League è come la corsa all’oro, o agli armamenti durante la Guerra Fredda, o come la caccia alla volpe, insomma, una gara all’ultimo respiro, piena di insidie, di gioie ma anche di dolori, di guizzi di genio e di inciampi clamorosi. Come quello della Roma, sconfitta all’Olimpico dalla Fiorentina per 2-0 e quello dell’Inter che perde 1-0 contro il Torino dopo una buona partita ma senza la gioia di gonfiare la rete.

Due sconfitte che darebbero la possibilità al Milan di riportarsi in piena corsa Champions ma la squadra di Gattuso non è riuscita ad andare oltre il pareggio contro il Sassuolo a San Siro. In questi anni la squadra del presidente Squinzi è stata un po’ la bestia nera del Milan ma il pareggio di questo posticipo non è stata una partita come le altre. Merito del Sassuolo? Forse. Demerito della fase offensiva dei rossoneri? Molto. La squadra milanista ha creato moltissime palle gol (ed è una delle squadre a livello europeo che tira di più verso la porta), è riuscito ad avere più del 75% di possesso palla e ha dominato una partita che avrebbe, probabilmente, meritato di vincere. Ma nel calcio conta buttarla dentro e al Milan, se non fosse per Cutrone (saluti dalle giovanili), conta meno di dieci gol ta Andrè Silva e Kalinic (totale della spesa circa 65 milioni di euro) e una squadra che punta là in alto non può permettersi di non avere in doppia cifra almeno due giocatori della propria rosa. Il Milan ha fatto una grande rincorsa, migliorando soprattutto la fase difensiva e sulle ali dell’entusiasmo e della fortuna è riuscita a portarsi a pochi punti al quarto posto. Il gol di Politano ha zittito il Meazza ma se c’è una cosa che questa squadra ha preso dal proprio allenatore è il carattere e la voglia di provarci. Così è arrivato il gol del pareggio di Kalinic che poco prima aveva sbagliato un gol di testa e poco dopo, sempre di testa, appoggia in braccio a Consigli, autore di alcune parete fantastiche come l’ultima su Bonaventura. Gattuso cambia modulo, provo un particolare 3-3-4 con Suso e Calhanoglu sui lati e Silva e Kalinic davanti. Una strategia che ha portato al pareggio ma con soluzioni di gioco sempre simili tra di loro e senza una grande varietà di iniziative.

Un Milan intenso, buono, a tratti bello da vedere ma poco incisivo, troppo poco incisivo rispetto alle occasioni create. E la prossima giornata, contro il Napoli in piena corsa per il titolo di Serie A, non ci sarà nemmeno il leader, il capitano, il regista di questa squadra Leonardo Bonucci. Non è finita, è dura e la strada è in salita, ma la corsa all’oro del Milan è soltanto rimandata ma forse quel miraggio luccicante è solo lo specchio di una squadra che il prossimo anno può lottare per qualcosa di più ambizioso. Certamente più ambizioso della caccia alla volpe. Ad esempio.

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