Sono sempre rimaste lì, immuni a ogni cambiamento della tecnologia. Eppure il tempo della disruption (come amano dire nella Silicon Valley) potrebbe essere arrivato anche a loro. Le targhe delle automobili, secondo un progetto nato a Dubai, saranno rivoluzionate: più tech, più smart, più efficienti. Quasi non le si riconoscerà più.
L’idea, in fase sperimentale da circa un mese, sembra promettere bene. Le targhe hanno uno schermo, sono collegate alla rete e munite di un Gps. Tra le funzioni, oltre a certificare l’immatricolazione del veicolo, c’è quella di contattare l’ambulanza o la polizia in caso di incidenti o, addirittura, quella di segnalare problemi sulla strada agli altri veicoli dotati di targhe smart. Aiutano a pagare parcheggio e multe e sono molto utili in caso di furto (la targa lo renderà subito noto). In più, ma questo forse non piacerebbe a tutti, sono perfette per un controllo delle automobili da parte delle autorità centrali.
Hanno anche altri difetti: ad esempio inquinano, come tutti i materiali elettronici. Poi costano di più, vista la tecnologia impiegata. E infine potrebbero essere benissimo piratate. È uno scenario catastrofista. Ma chissà cosa potrebbe succedere se un gruppo di hacker di impossessa del controllo delle targhe di una città come Dubai.
Vien da pensare allora che, se le targhe han resistito così tanto a tentativi di ammodernamento, un motivo ci sarà.