Il programma si chiama Cyrano – L’amore fa miracoli. Sicuramente ne fa tanti, ma non quello di trasformare Massimo Gramellini in un conduttore televisivo. La trasmissione del venerdì in prima serata su Raitre fa ascolti penosi, è una specie di istigazione al suicidio e dimostra ancora una volta che il mestiere di conduttore non fa per la penna del Corriere della Sera.
“Cyrano si inserisce nella nuova identità narrativa di Rai3”, aveva annunciato il direttore di rete Stefano Colletta, “Non c’è solo informazione, ma una ‘fruizione empatica’ per un pubblico attento”. Purtroppo ha dovuto constatare che il pubblico di Gramellini è attento soprattutto a guardare gli altri programmi della serata. Come biasimarlo.
Nella prima puntata, l’amico di Fabio Fazio ha aperto con un monologo di 15 minuti con cui ha introdotto l’ospite, una specie di predica illustrata solo con il suo faccione, una cosa in stile C’è posta per te; quello che Gramellini non ha capito e qualcuno dovrebbe dirgli è che non è Maria De Filippi, non ha il carisma del narratore popolare, la forza di convincere un telespettatore a non cambiare canale solo con il suo volto, non è che per forza se sei un bravo scrittore e una penna sublime del giornalismo sei anche un genio della televisione, non funziona così. Gramellini ha fatto bene a chiamare con sé Ambra Angiolini, che non è mai banale, ma forse hanno sbagliato stylist: nella prima puntata l’attrice indossava una tunica che ricordava la Monaca di Monza e l’espressione contrita della donna di sinistra che non esibisce mezzo centimetro di pelle, giammai. Lei e Gramellini si siedono sul divano e parlano con la donna che ha perso la figlia nell’incendio della Grenfell Tower di Londra insieme al fidanzato. Un racconto pieno di dignità, tutto condito con un gusto radical chic, è vero, ma la cosa non è stata molto diversa dalla tv del dolore di Barbara d’Urso, che intervista i parenti delle vittime.
Nelle prime due puntate “Cyrano” è stato un flop di quelli che non si vedevano da anni. Aspettiamo la terza puntata: si può sempre fare peggio
Morale: Cyrano è un programma deprimente seguito da quattro gatti. Gli ascolti sono stati un fiasco colossale, l’allievo Gramellini è riuscito nell’impresa di battere il maestro Fazio anche nel flop: 783.000 spettatori pari ad un croccante 3.6% di share, ultima rete della serata per ascolti, dietro anche a Propaganda su La7 e Crozza su Nove.
La seconda puntata non è andata meglio. E dire che era iniziata per il verso giusto, non si può sbagliare se si esordisce con Romeo and Juliet dei Dire Straits e con i versi d’amore più immortali della storia, recitati da Ambra nei panni della giovane Capuleti che si rivolge a Gramellini-Montecchi. Invece sono riusciti a mandare tutto in vacca con uno stucchevole siparietto in cui Ambra trattava il giornalista come lo zio rimbambito (o forse non recitava?) che non sa cosa è una app e non conosce Tinder, i superlike e i cuoricini.A differenza della prima puntata, il ruolo di Ambra è cambiato e il comando l’ha preso lei, con tanto di look semi trasparente e scarpe con tacco di vernice rossa. Ma non è bastato. Il secondo appuntamento di Cyrano è stato un bagno di sangue. Nella serata vinta dalla Via Crucis su Raiuno il vicedirettore del Corriere ha raccattato solo 637mila anime, 3,11% si share. Tutti hanno fatto meglio di lui (nonostante la durata mostruosa, 2 ore e 30 minuti, trucchetto per alzare lo share): su Rete4 Il Re dei Re conquista 1,4 milioni e 7,58%, su Rai2 Nemo a 1,282 milioni e 6,15%, su Italia1 Tu la conosci Claudia ha conseguito ben 1,266 milioni e 5,67%, su La7 Propaganda Live 907mila e 5,19%. Persino la piccola Tv8 ha battuto Cyrano con 4 Ristoranti: 714 mila e 3,34%. Un flop di quelli che non si vedevano da anni. Aspettiamo la terza puntata: si può sempre fare peggio.