Forse è lui. Forse no, ma c’è già nelle alte sfere chi comincia ad agitarsi. Il corpo mummificato ritrovato a inizio aprile 2018 vicino al santuario di Abdol Azim Hassani potrebbe (sì, ma va detto a bassa voce) appartenere a Reza Pahlavi, il Grande: cioè l’antico shah, colui che c’era prima della Rivoluzione khomeinista, il simbolo di un passato cui in tanti guardano con silenziosa nostalgia.
Il ritrovamento confermerebbe il sospetto che il corpo del sovrano, che morì in esilio (imposto da Gran Bretagna e Unione Sovietica), non sia sepolto in Egitto, come recita la versione ufficiale del governo. Bensì che sia rimasto nel Paese, nascosto forse non lontano dal mausoleo di Ray, costruito apposta per ospitarlo e distrutto nel 1979 dalla Rivouzione khomeinista. Questa ipotesi, del resto, era già stata avanzata in un documentario della Bbc.
Reza Pahlavi, a differenza del figlio, è ancora ricordato con affetto da gran parte della popolazione. È considerato, nonostante i suoi modi dispotici, il primo vero modernizzatore del Paese: è lui che unificato l’Iran, ha introdotto il primo sistema giudiziario, il sistema sanitario e gli ospedali pubblici, ha sradicato la malaria e intrapreso opere infrastrutturali importanti, tra cui la ferrovia che collega il Golfo Persico con il mar Caspio. E ancora: è a lui che gli iraniani devono il loro esercito, la prima radio, il primo aeroporto, la prima banca nazionale, la prima università (insieme all’intero sistema scolastico nazionale)e il passaggio alla nuova moneta, il rial.
Insomma, era un personaggio importante, capace di diventare in poco tempo il simbolo di un altro Iran, un Paese più persiano e meno islamico, più laico e meno religioso, legato a una tradizione culturale diversa e ostile a quella al potere. Il nazionalismo sta tornando, soprattutto tra i giovani. E figure come il re Ciro (sì, quello che aveva cercato di conquistare la Grecia nel V secolo a.C) è di nuovo un eroe. Un caso come questo, insomma, come bisogna trattarlo?
Semplice: tatto e cautela. La notizia del ritrovamento è stata derubricata a “pettegolezzo. Perché è vero, c’è la possibilità che il corpo “Sia il suo”, ma appunto “bisogna fare verifiche”. E poi “lì vicino c’era un cimitero, è naturale che facendo dei lavori di ristrutturazione sbuchino fuori dei resti”. Intanto meglio mettere tutto a tacere. E meglio ancora, risotterrare quel corpo. Non si sa mai che torni fuori di nuovo. A quel punto sarebbe qualcosa più di una coincidenza.