A Karl Marx piaceva il pesce più della carne (e altre risposte che diede ai questionari)

Era un passatempo molto diffuso all’epoca: rispondere a domande personali, spogliandosi un po’ del proprio consueto e vittoriano riserbo. Lo ha fatto anche Karl Marx

Era un’epoca molto casta e noiosa. Nell’Inghilterra vittoriana ci si poteva divertire andando a teatro, suonando e cantando in casa e praticando qualche nuovo sport. Per il resto era il vuoto. Non stupisce allora che le Confessioni fossero uno dei passatempi più apprezzati nelle famiglie borghesi del periodo. Si rispondeva, anche in pubblico, a una serie di domande personali (mai pruriginose: è l’età casta) e gli altri si divertivano di fronte a questi insoliti sfoggi di sincerità.

Divenne, in breve, una moda. E ci cascarono in tanti. Tra questi anche il filosofo tedesco di Treviri, il celebre Karl Marx, che passò a Londra quasi 40 anni della sua vita, dal 1849 al 1883, anno in cui morì.

Le sue risposte confermeranno la sua immagine di uomo rivoluzionario (per lui la sua idea di felcità è “combattere”) ma metteranno in luce anche alcuni aspetti meno noti (la qualità di una donna? “La debolezza”).

La qualità che ti piace di più: La semplicità

In un uomo: La forza

In una donna: La debolezza

La tua caratteristica principale: Tenacia

La tua occupazione preferita: Guardare Netchen (sua cugina)

Il difetto che odi di più: Il servilismo

Il difetto che perdoni di più: La creduloneria

La tua idea di felicità: Combattere

La tua idea di infelicità: Sottomettersi

La persona che odi: Martin Tupper (uno scrittore inglese di versi moralistici)

Il tuo eroe: Spartaco, Kepplero (qui Marx si riferisce a Keplero, che però si scrive con una “p” sola)

La tua eroina: Gretchen (del Faust di Goethe)

Il tuo poeta preferito: Eschilo e Shakepeare

Lo scrittore di prosa che ami di più: Diderot

Il tuo fiore preferito: la dafne

Il tuo piatto preferito: Pesce

La massima: Nihil humani a me alienum puto (se non sapete cosa significa guardate qui)

Il tuo motto: De omnibus dubitandum (che è anche un titolo del filosofo danese Søren Kierkegaard)

Altre risposte sono anche più divertenti. Per Friedrich Engels, ad esempio, l’infelicità è “andare dal dentista”. Forse è più sincero lui.