Di soldi ce ne sono pochi. Ma nessuno ha intenzione di chiedere aiuti internazionali. E allora l’Eritrea, Paese del Corno d’Africa che conta cinque milioni di abitanti, nato nel 1991 e governato da un dittatore come Isaias Afwerki, ha trovato l’ideona: affittare un pezzo della sua costa. Terre in cambio di soldi.
Come si racconta su l’Express, subito si sono presentati gli interessati. Ad esempio i Sauditi: da anni sono in guerra con i ribelli yemeniti e una postazione in quella zona (già approfittano di una base nel porto di Assab, a due passi da Gibuti) sarebbe comoda per lanciare bombe sul nemico.
In generale, il governo è ben disposto nei confronti dei Paesi della Lega Araba (oltre ai Sauditi, anche gli Emirati Arabi, l’Egitto e il Bahrein) e si è schierato con loro anche a costo di colpire il Qatar, che pure era intervenuto, tempo prima, a sedare uno scontro tra la stessa Eritrea e il Gibuti portando perfino le sue truppe.
È meno favorevole, invece, nei confronti dei Paesi occidentali, in generale ostili con il regime. Ogni aiuto – si presume – sarebbe stato vincolato a richieste inaccettabili per Asmara, che a oggi non possiede una costituzione, non ha mai tenuto elezioni libere, non conosce giornali non governativi e reprime con forza i suoi cittadini. Gli altri Paesi del Golfo, su questi aspetti, sono sempre meno schizzinosi.