Sono adulti, hanno oltrepassato la soglia dei trenta e, forse, mal si prestano al marketing politico. Ma nella fascia dei 35-49enni, stando agli ultimi dati Istat, i disoccupati hanno superato ormai il milione. E continuano ad aumentare, rilevazione dopo rilevazione, senza che nessuno mai li menzioni. Mentre si brinda al calo della disoccupazione giovanile e ai record di occupati, c’è un buco nella forza lavoro italiana che continua ad allargarsi: in un anno nella fascia 35-49 anni si contano 246mila occupati in meno.
Non parliamo dei giovani, tutelati come i panda nelle tribune politiche o nei programmi elettorali. Ma di quelli già adulti, che a quest’età avrebbero dovuto raggiungere una certa stabilità lavorativa e personale. Magari facendo dei figli, che non a caso sono sempre meno. In questa generazione di mezzo, senza sgravi, sconti o incentivi ad hoc per le assunzioni, si concentra il maggior numero di disoccupati: 1 milione e 41mila a marzo 2018. È la fascia in cui in termini percentuali è più aumentata la disoccupazione: +3,4% in un anno.
I dati diffusi dall’Istat lo dicono chiaro: “La crescita dell’occupazione nell’ultimo mese coinvolge tutte le classi d’età a eccezione dei 35-49enni”. E ancora: “Anche il calo della disoccupazione riguarda tutte le classi di età a eccezione dei 35-49enni”. Le stesse tendenze si osservano su base annua. E lo stesso andamento è confermato anche al netto dell’effetto della componente demografica. Mentre tra i 15-24enni il tasso di disoccupazione in un anno è sceso di 4,4 punti, nella generazione di mezzo non solo non è diminuito ma è aumentato di mezzo punto (+0,5%). E il tasso di occupazione, mentre gli altri guadagnavano terreno, si è ridotto dello 0,4 per cento.
Tra i 35-49enni non aumentano gli inattivi, gli sfiduciati, quelli che smettono di cercare un posto. Chi non ha un lavoro, a quest’età, lo cerca. Oltre un milione di disoccupati significa che oltre un milione di 35-49enni sono alla ricerca di un lavoro. Senza però trovare una risposta
In questa fascia d’età, che ha ormai superato da un pezzo il passaggio più difficile di ingresso nel mondo del lavoro e che ha visto avvicendarsi riforme su riforme in nome della flessibilità, le cose sembrano peggiorare nel tempo. In soli sei mesi si contano 100mila occupati in meno. Ma, al contrario di quello che ci si potrebbe aspettare, tra loro non aumentano gli inattivi, gli sfiduciati, quelli che smettono di cercare un posto. Chi non ha un lavoro, a quest’età, lo cerca. Oltre un milione di disoccupati significa che oltre un milione di 35-49enni sono alla ricerca di un lavoro.
Senza però trovare una risposta. Se ad esempio buona performance registrata dall’Istat tra i 25 e i 34 anni, con +59mila occupati in un mese, si deve probabilmente agli effetti degli incentivi della legge di stabilità 2018, misure ad hoc per gli over 35 non ne esistono. Le politiche, gli slogan e gli sgravi si fermano tutti al di sotto, o si concentrano sui più anziani. E in molti casi, nel deserto delle politiche attive italiane, si tratta anche di persone che non hanno nemmeno una formazione adeguata, quindi difficili da ricollocare. E alla fine, un imprenditore, tra un ventenne e un 35enne da formare, preferisce sempre il primo.
Percui, se questa è la fascia d’età in cui ci si stabilizza, si finisce per stabilizzarsi quindi anche come disoccupati. Tra i 35-49enni si raduna anche il maggior numero di disoccupati di lunga durata: 942mila sono alla ricerca di un lavoro da più di un anno. Quasi un terzo del totale dei disoccupati italiani.