I francesi non sono più come una volta. Per esempio, hanno smesso di fumare. Lo sostiene un sondaggio condotto tra il 2016 e il 2017: secondo Public Health France, che ha condotto lo studio, almeno un milione di francesi ha abbandonato il vizio. Dal 29,4% del 2016 si è scesi fino al 26,9% dell’anno successivo. I 13 milioni di fumatori sono diventati 12. Una (piccola) rivoluzione francese.
Le motivazioni, almeno secondo la ricerca, sarebbero da cercare nelle recenti campagne antifumo, accompagnate da una serie di leggi molto restrittive. Come spiega la Bbc, hanno influito vari fattori: da un lato il packaging non accattivante, dall’altro i rimborsi per chi fuma surrogati del tabacco. In più contano il prezzo stellare di un pacchetto e le varie iniziative, salutiste e coinvolgenti, sparse in tutto il Paese, come ad esempio il mese-senza-tabacco.
Del resto le sigarette sono una brutta bestia, sia per la salute che – e questo lo si dice sempre poco – per le finanze. Fumare fa male al portafoglio e, come spiega il ministro della Salute francese Agnès Buzyn, il “tabacco è una delle vie della disuguaglianza. Il suo peso condiziona le persone più svantaggiate. E col tempo diventa sempre peggio”. Del resto, un pacchetto costa uguale sia che lo compri un petroliere che un operaio in cassa integrazione.
Questo però non impedisce che il fenomeno, almeno a livello globale, sia in crescita. La popolazione aumenta e, con questa, anche il numero dei fumatori. Il vizio, poi, come mostra una ricerca di Lancet, sta passando dalle nazioni più sviluppate a quelle emergenti. Un altro modo per far andare in fumo il pianeta.