Quella volta che Einstein (senza patente) guidò una macchina volante

Il genio tedesco della fisica non era un asso dietro al volante ma volle comunque cimentarsi in un’impresa bizzarra: volare con un’automobile. Ci riuscì, ma con un trucco

Al genio non serve saper guidare. Albert Einstein non ebbe mai la patente, e come lui nemmeno Vladimir Nabokov, Ray Bradbury e Jack Kerouac (e quest’ultimo ha pure scritto On the Road!). Ma il fisico tedesco, a differenza degli altri, riuscì comunque a mettersi al volante di qualcosa. Per la precsione, di una macchina volante.

Accadde il 3 febbraio 1931, quando visitò gli studi della Warner Bros, insieme alla seconda moglie Elsa. Come racconta il New York Times, anche Hollywood ha voluto mostrare, a modo suo, i principi della relatività. In questo caso, con un gioco di sovrapposizione tra sfondo e primo piano.

Einstein entra nello studio, e come recita il quotidiano, “si spengono le luci. A quel punto l’automobile appare sullo schermo, con al volante Einstein, che conduce Frau Elsa in un giro panoramico”. E che panorama: la coppia, grazie ai trucchi el cinema, girano per Los Angeles, attraversano le sue spiagge e all’improvviso si mettono in volo, sorvolando le Montagne Rocciose. Alla fine gli Einstein atterrano in Germania.

Bello, no? Per l’epoca era una cosa straordinaria, oggi fa un po’ tenerezza. Anche questo è relativo – e come nella teoria einsteiniana c’entra il concetto di tempo.