Anche la Scienza ha le sue reliquie: perché tutti vogliono in giardino l’albero di Newton

Secondo la leggenda, Il celebre scienziato e astronomo inglese avrebbe intuito le dinamiche della forza di gravità osservando una mela cadere da un ramo. Ancora oggi tutti gli scienziati venerano quell’albero come simbolo di ispirazione e progresso

Tutti sanno che Isaac Newton, secondo la leggenda, cominciò a pensare alla forza di gravità guardando una mela cadere dall’albero. Ma non tutti sanno che l’albero in questione esiste ancora e si trova nella tenuta di Woolsthorpe, nel Lincolnshire in Inghilterra. Ancora meno noto, poi, è il fatto che in tutto il mondo esistono copie genetiche di quell’albero. Una è nel Trinity College di Cambridge, dove Newton portò avanti i suoi studi. Un’altra di trova al Parkes Observatory in Australia, e uno perfino al Massachusetts Institute of Technology, vicino a Boston. Ma ce ne sono anche altri (tantissimi), che pullulano nei giardini dei campus di tutto il mondo (tranne l’Antartide).

Il motivo di questa passione è evidente: l’albero che ispirò una delle più importanti scoperte della scienza, anche se la veridicità della storia è dibattuta, è senza dubbio uno dei simboli più forti. I ricercatori hanno anche potuto verificare, servendosi di bozzetti d’epoca e di tracce sul terreno, che l’albero che svetta nel giardino di Woolsthorpe sia quello giusto, diradando ogni eventuale dubbio – anche perché non ci sono altre tracce di meli nelle circostante.

La storia del melo è piuttosto lunga: piantato intorno al 1650, conobbe un crollo nel 1816 a causa di una tempesta. Venne subito ripiantato e, nel frattempo, parti del suo legno vennero rivendute come souvenir, mentre i germogli venivano ripiantati in varie parti del mondo. Più o meno come avveniva con i presunti pezzi della croce nel Medioevo, l’albero di Newton divenne una sorta di santino religioso del progresso.

E proprio come le reliquie del passato, molti di questi si sono rivelati falsi. Ad esempio quello del National Research Council canadese. Non solo non discende dal melo di Newton, ma non è neppure dello stesso cultivar, cioè il Flower of Kent. Non è uno dei più rinomati, c’è da dire: produce mele di scarsa qualità con forma di pera, polpa farinosa e poca acidità. Vengono usate per cucinare, ma non per essere mangiate da sole.

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