Adesso sembra che il male assoluto del pop (o trap) sia Young Signorino, e da ovunque piovono rane sul ventenne cesenate che l’altra sera a Padova si è presentato dal vivo e non sapeva né rappare, né cantare, né mimare il canto o il rap. E in più si è preso un bicchiere di plastica addosso (non una bottiglia di Braulio, un bicchiere di plastica) ma ha cominciato a frignare, ed è andato tutto storto e chissà come tornerà a rappare/cantare/mimare, a testimonianza del fatto che lui, Signorino (vero nome Paolo Caputo) non sa tenere il palco, è scarso, è zero, e i suoi pezzi sono stupidi. Perché innanzitutto Young Signorino (che tra l’altro ha i tatuaggi in faccia, è satanista, probabilmente fa odore, anche) non ha niente a che fare con la Musica.
YS a quanto pare è l’antimusica. Il grado Zero della musica. I toni e i giudizi su di lui -fateci caso- tendono al portamento del borghese ottocentesco, al “non se ne può più”, all’”o tempora o mores”. Ma come siamo caduti in basso se perfino uno come Young Signorino viene ascoltato, e tenta di fare concerti. Di fronte a YS tutti si trasformano in appassionati dei madrigali di Gesualdo Da Venosa costretti ad assistere a una gara di scuregge. E sono toni e giudizi a forte sospetto di presa di posizione identitaria. E dove c’è una presa di posizione identitaria, si sa, c’è una frustrazione. Vale per tutto: politica, cultura, rapporti.
Ecco, ci sarebbe da chiedersi che tipo di frustrazione metta in moto YS nel recensore medio, che danno faccia alla coscienza rappresentativa, ed etica, dell’ascoltatore medio. Come fa, esattamente, a rodere il culo se Young Signorino ha tanti ascolti/visualizzazioni?
Di tutti i pezzi si possono prendere 15 secondi e metterli in una instagram story. Non sono canzoni, sono, tecnicamente, stories, clippini che tendono alla fissità. Sono immagini. La più precisa e perfetta è “Mmh ha ha ha”. Sono claim, che rispondono al tempo di attenzione medio, qualche secondo
Dicono che non sa cantare. Ma non serve saper cantare per fare non solo il trap, ma il pop. Ci sono magnifiche popstar che non sanno cantare. Britney Spears non sa cantare. Madonna non sa cantare, e da un po’ ha deciso, saggia lei, di affidare buona parte dei suoi concerti al lipsynch. La storia del pop è piena di non musicisti, di non cantanti.
La mistica artigianale del saper suonare/saper cantare ha qualcosa di demodé e antipop, e ormai è consegnata un po’ ai fedeli dell’anima, un po’ ai nostalgici delle forme, e un po’ ai feticisti della tecnica strumentale.
Dicono che YS non sa stare sul palco. Ma avanguardia insegna che anche non saper stare sul palco è un modo di stare sulla scena.E Young Signorino ci riesce perfettamente. Con il lamento perché gli hanno tirato un bicchiere di carta, che è una parodia (inconsapevole? Embè?) della società del piagnisteo, in cui siamo fiorellini dai petali gualciti, ma con sfrenate tendenze passivo aggressive. Con il racconto del coma per abuso di farmaci che gli avrebbe cambiato la personalità: da quindicenne rapper dal nome d’arte di El Kapu (pare) a post-trapper di nome Young Signorino. Con i riferimenti a Satana e a Marilyn Manson. Che fanno brodo per quanto trash ma il brodo pop è fatto anche di mondezza. E con il dissing/carabattola con Gemitaiz sui Instagram. I rapper romano risponde in modo intelligente con i soliti mezzi della rettorica hip hop. YS no, urla. Butta lì un “che c’hai, la salza, non ti si alza il cazzo”. Si spiaccica su un urlo. Grado zero del dissing.
Grado zero del songwriting, sopratutto, perché quelle di YS non sono tecnicamente canzoni. Non c’è sviluppo, e non c’è diacronia, non c’è narrativa, non c’è quasi strofa/ritornello. La struttura si è squagliata e sta lì raggrumata (e, a giudicare dalle reazioni, puzza). Dolce Droga fa “ma che buona questa dolce droga”, ci sono un po’ di parole buttate lì ma il senso è quello ed è tutto in “Dolce Droga”. La Danza dell’Ambulanza è tutto nella frase “La danza dell’Ambulanza”. Grado zero del racconto musicale. Di tutti i pezzi si possono prendere 15 secondi e metterli in una instagram story. Non sono canzoni, sono, tecnicamente, stories, clippini che tendono alla fissità. Sono immagini.
La più precisa e perfetta è “Mmh ha ha ha”. Tutta giocata su una stupidissima e ossessiva sequenza di versi ottonari (“alfa alfa alfa beto/au au au ah” equivale, metricamente, a “Qui comincia la sventura del signor Bonaventura”), che di fatto si trasforma in uno stupro auricolare in sedicesimi. Puoi prenderne qualsiasi pezzo, anche di un secondo, la riconoscerai sempre. Poi ovviamente non c’è dinamica (come in tutta la trap) non ci sono i piano e i forte. La puoi ascoltare col telefonino, nelle casse del pc, o in uno stereo da 20 mila euro suonano più o meno uguali. Potenti (leggi più schifose possibili), tagliuzzabili, disponibili in qualsiasi momento, su qualsiasi supporto, senza stare ad aspettare il ritornello, o il bridge, o il middle eight. Sono claim, che rispondono al tempo di attenzione medio, qualche secondo.In confronto a YS la Dark Polo Gang si rivela per quello che è. Gang de che? È un club di rimasticatori infiocchettati di luoghi comuni. Rolex e soldi e scopare vanno avanti da 50 anni. Una noia mortale. L’autotune di Sfera Ebbasta fa la stessa fine, moscio, accademico, citofonato male. Noioso, pure lui, come le atmosfere sunset porn dei suoi video
Per questo YS si mangia in partenza tutti i colleghi trapper. Li brucia per inferiorità intellettiva, perché è meno articolato, meno narrativo, più demente. Schiacciato su un presente aperto solo al gioco di morte della ripetizione compulsiva. E il gioco di morte non sta nei “contenuti” dei testi: sesso, droga e manco rocknroll. Non è che i ragazzi di oggi vogliono solo prendere droga e scopare e allora ascoltano YS, come mi diceva una zia abruzzese. Il gioco di morte sta soprattutto nell’ipnosi, e nella fissità. Tirannia dell’attuale.
Che frega tutti i concorrenti. In confronto a YS la Dark Polo Gang si rivela per quello che è. Gang de che? È un club. Di ruminatori infiocchettati, che masticano luoghi comuni: rolex e soldi e scopare vanno avanti da 50 anni. Una noia mortale. Se non hai niente da dire perché metti pseudoragionamenti nelle tue canzoni? YS ha una sola frase da dire e dice quella, impara da lui. L’autotune di Sfera Ebbasta fa la stessa fine, moscio, accademico, citofonato male. Noioso, pure lui, come le atmosfere sunset porn dei suoi video (sarebbe magnifico vietare gli accordi minori ai cantautori e i tramonti senza amplessi ai registi della musica italiana).
E resta da capire perché tanto odio per Young Signorino. Viene il sospetto che ascoltatori e recensori in fondo oscuramente sappiano che tutto il pop e il trash che hanno mangiato, masticato, cacato e rimangiato, nobilitato, eletto a unica cronaca dell’esistente, vada a finire lì, inevitabilmente. In una sola frase ripetuta, in una cosa fissa che probabilmente puzza. Avete voluto la poppizzazione dell’immaginario? E mo, doveva accadere, ciucciatevi il grado zero. Ciucciategliela a YS. Che noialtri antipop e inattuali stiamo benissimo con Gesualdo Da Venosa, e Young Signorino non ci dà nessun fastidio.