IstruzioneCinque sistemi educativi di successo a cui ispirarsi

Docenti qualificati, tecnologia, metodi didattici innovativi: ecco da chi possiamo imparare per migliorare la nostra scuola

In Italia si parla con frequenza di riforme del sistema scolastico, alla continua ricerca delle soluzioni giuste per formare al meglio i nostri studenti. Tra strutture vecchie e strumentazioni da ammodernare, una buona idea sarebbe quella di prendere esempio da cinque sistemi educativi esteri particolarmente efficaci.

Estonia

Partiamo dall’Estonia, Paese di cui ci siamo già occupati in passato proprio per come ha deciso di puntare sul sistema scolastico. Un dato su tutti: dieci anni fa gli studenti stranieri che studiavano in Estonia erano circa 400, oggi sono più di 4000, ovvero dieci volte tanto. Merito di docenti responsabilizzati – attraverso larga autonomia nella gestione del programma didattico e una degna ricompensa economica – e di un insegnamento al passo coi tempi, che prevede per esempio il ProgeTiger, programma creato per insegnare i fondamenti della programmazione informatica a tutti i livelli, dalla scuola dell’infanzia alla formazione permanente per gli adulti.

In Finlandia fino ai sedici anni non esistono né esami né voti e le scuole sono sempre pubbliche e gratuite

Finlandia

Poco più a nord troviamo un’altra eccellenza. Si tratta del sistema finlandese, che pur essendo riconosciuto come uno dei migliori al mondo non smette di innovarsi. È di un paio d’anni fa l’ultima novità: le scuole finlandesi devono garantire un approccio “collaborativo”, lasciando scegliere agli studenti un tema di loro interesse attorno a cui impostare parte del lavoro. I cambiamenti si inseriscono in un sistema già molto diverso dal nostro, come dimostra il fatto che l’equivalente delle nostre elementari iniziano a sette anni e che fino ai 16 anni non esistono né esami né voti. Chi lo desidera potrà poi iscriversi alla scuola secondaria, che dura fino ai 19 anni e prepara all’università, sempre pubblica e gratuita. Ad essere pubbliche, a ben guardare, sono tutte le scuole finlandesi, caratteristica che permette una grande uniformità nella formazione, indipendentemente dalla classe sociale, e alza verso l’alto l’asticella dell’insegnamento, con docenti laureati (anche per la primaria) e costretti a superare test molto severi per accedere al ruolo.

Svizzera

Restando in Europa, c’è il caso della Svizzera: la scuola dell’obbligo, fino ai sedici anni, è gestita dai cantoni in modo federalista, proprio come i licei. In mano allo Stato centrale sono invece le scuole professionali, che possono durare fino a quattro anni. A contraddistinguere il metodo svizzero è la cura per l’ambiente scolastico: gli alunni hanno in dotazione i libri di testo, che poi lasceranno l’anno successivo ai ragazzi di un anno più piccoli, assieme a matite, colori e strumenti vari. Lavagne, banchi e attrezzature tecnologiche sono all’avanguardia, ma a far riflettere è un fattore più umano che mai: fin dalla scuola primaria gli alunni sono invitati a svolgere da soli il percorso da casa a scuola, in modo che siano responsabilizzati e che imparino a muoversi in città, a gestire le difficoltà della strada e a non dover dipendere da un genitore.

Il Canada ha sfruttato il sistema educativo per trarre il meglio dai milioni di migranti che ha ospitato

Singapore

Per finire, altri due modelli di successo fuori dal vecchio Continente. Il primo è quello di Singapore, in cui gli insegnanti vengono selezioni tra i diplomati dell’istituto di formazione nazionale. Durante il periodo di studio, gli aspiranti insegnanti vivono fianco a fianco con colleghi più esperti, percependo già da allora uno stipendio. Per i docenti sono poi previsti incentivi legati al loro rendimento, valutato a fine anno in base ai risultati ottenuti dai loro allievi e dalle loro scuole. Con un occhio di riguardo per l’aggiornamento professionale, al quale ogni anno gli insegnanti dedicano fino a cento ore.

Canada

In Nord America svetta invece il Canada, che anche attraverso la scuola ha saputo gestire i flussi migratori che hanno portato nel corso dei decenni milioni di persone nel Paese. Per non ritrovarsi sacche di popolazione non alfabetizzate o non qualificate, il Canada ha fatto in modo di favorire l’inserimento nel sistema scolastico di tutti gli strati sociali, garantendo la gratuità dell’insegnamento fino all’università. Questo nonostante la struttura federale del Paese renda molto diverse le gestioni regionali della scuola, pur mantenendo comune la caratteristica di non avere licei specializzati, come in Italia, ma generiche high school sul modello americano.

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