Cosa fare in caso di invasione e occupazione tedesca? Il pericolo, al momento, è abbastanza lontano (anche grazie al no di Mattarella a Savona), ma il futuro è sempre imprevedibile. Certo, in Italia un fenomeno del genere è già avvenuto (entrati da alleati, sono rimasti da invasori dopo l’8 settembre), ma in Inghilterra no. Nel 1940 però il rischio era concreto e Winston Churchill, aveva deciso di scrivere un vademecum per le regole di comportamento in caso di invasione tedesca. Poi, per loro fortuna, non servì.
Intitolato “Beating the Invader”, proponeva 14 norme di condotta chiare e semplici per tutti (qui il testo integrale). Al primo posto, “Stand firm”, a promuovere una resistenza tenace, soprattutto per tutti i civili che si fossero trovati in aree di combattimento. L’ordine era di tenersi il più possibile al sicuro: nei bunker, nei vari rifugi. E se ci si fosse trovati per strada al momento dell’attacco, la consegna era di finire il percorso (se fosse stato possibile).
Tutti gli altri, cioè quelli che si fossero trovati lontani dal teatro della battaglia, avevano un altro ordine: “Carry on”, cioè continuare a vivere, fare il proprio mestiere, uscire con i figli, fare la spesa. Il Paese, quello che non è coinvolto in modo diretto nella guerra, deve continuare a funzionare.
Per il resto, si danno consigli su come e dove conservare il cibo (non troppo, ci avrebbe pensato il governo), su come interpretare le news e disporre i propri mezzi e veicoli. Insomma, la Germania ha perso lo stesso. Ma l’Inghilterra era pronta a resistere fino alla fine. Cosa che, per fortuna, è avvenuta davvero anche in altri Paesi.