Quando era stata Foodora a deciderlo, i fattorini di Torino erano scesi in strada a scioperare per la prima volta. Ora anche l’altro gigante del food delivery, la britannica Deliveroo, si muove verso la cancellazione del pagamento orario per i suoi rider, passando al solo pagamento a consegna. L’azienda non dà date certe su quando accadrà, ma i fattorini italiani temono che i contratti che prevedono la paga oraria, in scadenza a dicembre 2018, non saranno rinnovati alle stesse condizioni già dal 2019. E anche i rider con i bauli verdi presto potrebbero quindi essere retribuiti solo a cottimo, cioè in base al numero di pizze, sushi e tacos che porteranno nelle nostre case.
Il 6 giugno, per un bug della piattaforma di Deliveroo, i lavoratori contrattualizzati con il pagamento orario per mezz’ora non sono riusciti a loggarsi per accedere al turno e al calendario. «Deliveroo ha avuto un problema tecnico con la app dedicata ai rider tra le 18.30 e le 19.00», spiegano dall’azienda. «Il problema ha riguardato pochi rider che sono stati avvisati immediatamente e indirizzati al nostro sistema di back-up, in modo da assicurare la loro attività. I rider coinvolti dal problema tecnico sono stati anche informati che saranno garantiti loro i compensi negli orari prenotati».
La notizia è subito rimbalzata nelle pagine Facebook attraverso le quali finora i fattorini si sono autorganizzati per i sit-in di protesta e manifestazioni. E gli animi si sono subito agitati. «Il canguro ci ha insegnato che non esistono coincidenze», hanno scritto sulla pagina Facebook Deliveroo Straike Riders. I rider temono che si sia trattato di «un aggiornamento del sistema per spingere i lavoratori a cambiare metodo di pagamento e piegarsi al cottimo», dicono dal gruppo riunito sotto il cappello di Deliverance Milano, il “sindacato sociale dei fattorini”. Anche l’organizzazione bolognese “Riders Union”, quella ricevuta qualche giorno fa dal neoministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, è intervenuta: «Con tutta probabilità si è trattato di un’involontaria ‘fuga di notizie’ o peggio di un breve ma significativo test sulla nostra pelle che non ci fa prospettare niente di buono rispetto alla futura involuzione per i rider del canguro».
Finora Deliveroo, in effetti, è stata una mosca bianca tra le aziende del mercato food delivery, garantendo ai rider una paga oraria di 7 euro lordi l’ora più un euro a consegna. L’azienda da poco ha anche potenziato l’assicurazione, con una indennità per inattività temporanea dovuta a infortunio pari al 75% del guadagno medio. Un lusso in questo mondo, dove sole poche settimane fa a Milano un rider 28enne di Just Eat ha perso una gamba sotto un tram.
Ma l’azienda da poco ha introdotto tra le possibilità anche il solo pagamento a consegna: ben 5 euro lordi per ogni pasto portato a domicilio. Un incentivo economico ad abbandonare la paga oraria e a passare al cottimo, senza contratti orari che potrebbero prospettare il “pericolo” (per l’azienda) di rapporti lavorativi subordinati. Contando che in un’ora si fanno in media due consegne (la retribuzione media lorda è di 12 euro l’ora), il guadagno con il solo cottimo sarebbe maggiore rispetto a chi sceglie la paga oraria. Come fanno sapere da Deliveroo, il 70% dei rider ha già scelto questa opzione. Ma è anche vero che senza un numero alto di consegne, la retribuzione potrebbe anche scendere.
Dall’azienda non danno date certe sul passaggio definitivo dalla paga oraria al cottimo. «Probabilmente sarà questa la proposta futura di Deliveroo», dicono i rider milanesi. «Il 31 dicembre scadono tutti i contratti della flotta con pagamento orario e allora a gennaio si capirà se il rinnovo prevederà il pagamento orario o no. E su questo bisogna mobilitarsi». Da Bologna annunciano già la mobilitazione: «Rifiutiamo categoricamente queste formule retributive umilianti e schiavistiche, e non accetteremo in silenzio che da un giorno all’altro ce le impongano, con o senza preavviso. Ecco cosa vuol dire lavorare per un padrone che non riconosce le organizzazioni dei lavoratori! Per questo continueremo a mobilitarci nelle prossime settimane».