Impara la dieta dei ninja: no a cibi puzzolenti, ma sì a rane e grilli

Una figura misteriosa che appartiene più alla leggenda che alla storia: come vivevano, cosa facevano, come si nutrivano? Qualcuno tenta di dare una risposta

Uno dei problemi quando si parla di ninja è che, in realtà, non si sa quasi nulla di loro. Queste figure di combattenti non ufficiali – dicono le ricostruzioni più o meno leggendarie – vivevano nella prefettura di Mie, più o meno intorno al XVI secolo. Di più, non si sa.

Erano mercenari? È possibile, ma non sicuro. Disponevano di particolari tecniche di combattimento? Potrebbe essere, ma anche qui: non si sa davvero. Ma soprattutto: come si nutrivano? Un mistero anche questo. Alcune bizzarre tradizioni parlano di astensione dai cibi puzzolenti, per fare un esempio. In questo modo il nemico non li poteva nemmeno riconoscere all’olfatto.

Fare chiarezza, in questi casi, non è possibile. Soprattutto quando, in un quadro così nebbioso, si cerca di discutere di abitudini alimentari. Qualcuno però ci prova, come Makato Hisamatsu. Lo studioso sostiene che, se è vero che si trattava di figure ibride di contadini-combattenti, la loro dieta sarà stata molto semplice, simile a quella di qualsiasi altro contadino.

Insomma: due pasti al giorno, miglio, fibra di riso, miso e verdure di ogni tipo. E le proteine? Le prendevano dai grilli, dai serpenti e dalle rane. Una dieta che, sottolinea lo studioso, “è più bilanciata rispetto a quella che si fa oggi”. Il riso è rimasto nella tradizione, mentre – non si capisce perché – sono spariti insetti, rettili e anfibi.

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