Istruzioni per capire l’arte complicata delle rime dei rapper

Questo è il tempo dei rapper: la rima diventa strumento espressivo principe, il racconto è vivido e la storia realistica. Storia di uno stile che si è sempre più complicato fino a diventare una tecnica per pochi

Oggi che i poeti sono diventati esoterici e inaccessibili, le rime migliori le sanno fare solo i rapper. Sanno elevare una complicata archiettura di richiami interni, giochi di parole, suoni omofoni (o solo simili) mentre raccontano storie vivide (spesso violente), poetiche e al tempo stesso reali. Sono, in poche parole e in battute di quattro quarti, i veri cantautori di questo tempo.

Potrà essere interessante, allora, questo video (in inglese) di Vox, in cui Estelle Caswell, grande appassionata di rap e produttrice della serie Vox’s Earworm, guida l’ascoltatore lungo l’analisi storica e stilistica di alcuni importanti brani rap. Si comincia dagli albori, con lo schema scontato AABB di The Breaks, del rapper Kurtis Blow (ma siamo nel 1980) per arrivare fino a MF DOOM e alle sue olorime, cioè versi interi che rimano con altri versi interi, un fenomeno quasi impossibile in italiano ma praticato in inglese e francese (un esempio: Ma mère est maire de Mamers, et mon frère est masseur rima, parola per parola, con Ma mère est mère de ma mère, et mon frère est ma soeur).

In mezzo ci sono Eric B. and Rakim, (e siamo già nella seconda metà degli anni ’80), Notorious B.I.G., Eminem e Kendrick Lamar. Ci sono tutti, con i loro stili e le loro invenzioni. E, come è ovvio, le loro rime.

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