Migranti, l’Europa egoista e spaccata farà trionfare Salvini

La vicenda dell'Aquarius ha dimostrato che l'Italia può pestare i pugni sul tavolo facendosi sentire. Ma la questione dei migranti è una crisi struttuale e non può essere affrontata come un'emergenza umanitaria: ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e i flussi vanno governati

Amici progressisti, cattolici bene intenzionati, idealisti di ogni sorta, vi rendete conto della vittoria politica che state regalando a Matteo Salvini e al Governo di cui il leader della Lega sembra detenere la golden share? Lui ha chiuso i porti e bloccato in mare la nave “Aquarius”, dell’organizzazione non governativa SOS Méditerranée, con 629 migranti a bordo. Il primo ministro spagnolo Sanchez, insediato da qualche giorno, ha detto che invece lui i porti li apre e ha indicato alla “Aquarius” la rotta per Valencia. Può pure essere un bluff, perché le coste italiane sono a sole 100 miglia nautiche dalla posizione della nave mentre Valencia è a 1.500 e non è detto che l’Aquarius ce la faccia. Ma intanto l’Europa esulta, una grana di meno. Anche voi esultate: c’è ancora gente con un cuore, in giro. Il fatto è che esulta anche Salvini, perché ha dimostrato che l’Italia può pestare i pugni sul tavolo e, per una volta almeno, farsi ascoltare dagli altri Paesi. Secondo voi, chi ci guadagna?

Salvini, ovviamente. E non perché ha tenuto alla larga qualche centinaio di migranti, peraltro in gran parte salvati dalla nostra marina militare e poi trasferiti a bordo dell’Aquarius. Ma perché la sua barba truce segnala al popolo che la questione dei flussi migratori non è come l’invasione delle cavallette o la caduta di un meteorite, cioè un flagello imprevedibile che ha come unica possibile risposta l’intervento umanitario di emergenza. Si tratta, invece, di un problema strutturale del mondo contemporaneo che può (e deve) essere affrontato e gestito con la politica. Se voi siete, come siete, per le cavallette e la risposta umanitaria siete anche contro i migranti. Per stare davvero al fianco dei migranti e aiutarli serve invece la politica.

Se avesse lavorato la politica, i migranti sarebbero stati ricollocati in Europa (mentre invece tutti gli altri Paesi si sono rifiutati di accoglierli) e oggi starebbero assai meglio. Tanto più se teniamo conto del fatto che, su quel milione e 4 di richiedenti asilo, solo a circa 330 mila è stata concessa, in Europa, una qualche forma di protezione internazionale. Quattro gatti per un continente da 400 milioni di persone

L’apice dei flussi si è avuto, in Italia e in Europa, tra il 2015 e il 2016. Quasi 190 mila sbarcati nel nostro Paese nel 2016, quasi 1,4 milioni di richieste di asilo e protezione internazionale in Europa nel 2015. Cifre assolutamente gestibili per una Ue con 400 milioni di abitanti e così produttiva da generare il 20% degli scambi commerciali mondiali. Gestibili se si fosse usata la politica. Invece no. Muri dappertutto e, come alternativa compensatoria, la nobile retorica dell’intervento umanitario a carico della sola Italia (o quasi). Nel 2017 la Francia del buon Macron ha chiuso i porti e i confini, nonostante l’Italia del premier Gentiloni avesse, appunto gentilmente, chiesto una mano. In questi anni la Spagna del premier Rajoy ha pure sparato sui migranti che cercavano di saltare la barriera eretta a Ceuta e Melilla, territorio spagnolo d’oltremare. Se avesse lavorato la politica, i migranti sarebbero stati ricollocati in Europa (mentre invece tutti gli altri Paesi si sono rifiutati di accoglierli) e oggi starebbero assai meglio. Tanto più se teniamo conto del fatto che, su quel milione e 4 di richiedenti asilo, solo a circa 330 mila è stata concessa, in Europa, una qualche forma di protezione internazionale. Quattro gatti per un continente da 400 milioni di persone.

Ma la realtà dice che la politica ha disertato. Ha preferito nutrire, con quattro soldi e tanta retorica e un grande scarico di coscienza, la strategia dell’intervento umanitario. Che è nobile, salva vite (molte meno, comunque, di quelle salvate dai mezzi militari e dalle navi mercantili) ma non cambia la situazione, non porta da nessuna parte. Quindi, alla fin fine, nemmeno aiuta i migranti, che infatti continuano ad arrivare, a naufragare e a finire nei cosiddetti centri di accoglienza.

Questo è il mondo in cui si muove Salvini. Che ha capito una cosa che a voi, cari amici, ancora sfugge. Nell’Europa che ha ucciso la politica e la ragione per correre dietro al cuore, cioè all’interesse individuale, di innocenti non ce n’è. Tutti hanno peccato, chi più chi meno. Quindi chi volete che si metta a fare la predica al truce Matteo?

Non solo. In nome di questa strategia, si è bombardata la politica. Chi oggi attacca Salvini, magari con ragione, ieri attaccava Minniti. Chi ieri criticava gli accordi di Minniti con il finto Governo libico (peraltro tenuto per buono dalla comunità internazionale), l’altroieri inneggiava alla guerra di liberazione contro Gheddafi che la Libia la governava davvero. Per non parlare della missione militare (250 soldati) in Niger, cioè in uno degli snodi fondamentali dei flussi migratori. Pape satan pape satan aleppe! Mai che ci passi in mente di dare un’occhiata laddove si deve.

E così via, rimbalzando dove ci porta il cuore e mettendo il cervello da parte. Adesso tutti a parlar bene di Malta, loro sì che accolgono i migranti. Dimenticando, tanto per dire, che l’isola si vende la cittadinanza, fornendo così passaporto Ue e libera circolazione in Europa e nel mondo a terroristi arabi e mafiosi russi. Sicuri sicuri che il nostro Governo sia meno europeista di quello di Malta?

Questo è il mondo in cui si muove Salvini. Che ha capito una cosa che a voi, cari amici, ancora sfugge. Nell’Europa che ha ucciso la politica e la ragione per correre dietro al cuore, cioè all’interesse individuale, di innocenti non ce n’è. Tutti hanno peccato, chi più chi meno. Quindi chi volete che si metta a fare la predica al truce Matteo?

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