Tutte le cose strane accadute durante l’incontro tra Donald Trump e Kim Jong-un

A giudicare dai due soggetti coinvolti, sono ancora troppo poche e troppo poco strane. Ma un minimo di spazio per battute fuori luogo e politicamente scorrette il presidente americano lo ha trovato lo stesso

Sarà pure un incontro che passerà alla storia (ma la storia, si sa, la decideranno i nostri posteri). Di sicuro è stato un episodio pieno di stranezze. Le elenca la Bbc ma nessuno si stupisce: le premesse c’erano tutte. Cosa ci si poteva aspettare da un summit in cui partecipano da una parte Kim Jong-un, leader e dittatore nordcoreano dalla vita misteriosa e un po’ troppo larga e dall’altra il presidente Usa Donald Trump, che di misterioso, pornostar comprese, ha davvero ben poco?

Niente di tanto grave, in realtà. The Donald, con l’occhio del palazzinaro di lusso, ha subito fatto un complimento alle spiagge della Corea del Nord, che ne conteneva un altro meno favorevole sulle abilità belliche del suo interlocutore: “Ne hanno di stupende. Lo vedi quando sparano i loro razzi nell’Oceano. Una volta ho pensato, cavolo, sarebbe fantastico costruire un resort lì”. Se gli accordi vanno bene, succederà.

Non è l’unica battuta. Ai fotografi, che li riprendevano in piedi dietro al tavolo, ha chiesto: “State facendo tutti una bella foto? Sembriamo carini, belli e magri?”. Kim, che con la magrezza ha un rapporto complicato, non ha mosso ciglio.

E ancora: il video, forse la cosa più imbarazzante. Prima della conferenza stampa, è stato mostrato un video di quattro minuti in inglese e coreano. Sullo sfondo di una musica epica, una voce fuori campo chiedeva: “Questo leader, sceglierà di far avanzare il suo Paese? Stringerà la mano della pace e della prosperità, come non ne ha mai viste? Quale strada verrà percorsa? Adesso ci sono il presidente Trump e il presidente Kim Jong-un, si incontrano per riscrivere la storia e brillare al sole. Un momento, una scelta. Il futuro è ancora da scrivere”.

Se si pensa che è stato fatto vedere anche al leader nordcoreano, viene naturale chiedersi come sia stato possibile che l’incontro non si finito a pugni. Non ancora, almeno.

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