A differenza di molti suoi colleghi (e, va detto, della maggior parte dei suoi connazionali) il presidente russo Vladimir Putin le lingue straniere le conosce. E – pare – anche abbastanza bene.
Come scrive questo articolo di Russia Beyond the headlines, che forse esagera per amor patrio, Putin ne parlerebbe perfino quattro: tedesco, inglese, tataro è svedese. Due importanti, una sconosciuta e una abbastanza marginale (con tutto il rispetto dehttps://it.rbth.com/lifestyle/80789-quali-lingue-conosce-il-presidentegli inglesi – ah no, certo, degli svedesi). Ma lasciando stare le ultime due, che sembrano più attribuzioni leggendarie che altro, è meglio concentrarsi sulla lingua di Shakespeare e di Goethe. Cioè quella dell’imperialismo globalizzante e quella dell’ordoliberalismo pervicace.
Il tedesco, come ormai tutti sanno, lo ha imparato e praticato nei suoi cinque anni in Germania, a Dresda, per conto del Kgb. Sul suo livello di abilità nessuno discute: per fare l’agente segreto all’estero la conoscenza della lingua deve essere perfetta. E lui non poteva essere da meno. Certo, quando si trova a discutere con la Cancelliera tedesca Angela Merkel, la quale sa il russo (lo ha imparato crescendo nella Germania Est), preferisce lasciar parlare gli interpreti. Più una questione di orgoglio (“perché dovrei cedere io e parlare la tua lingua?”) che altro. Del resto, prove pubbliche delle sue abilità esistono e non sono affatto rare:
Sull’inglese la questione è più spinosa. Lo sa? Non lo sa? Sembra che si senta meno sicuro del tedesco (e ci mancherebbe): negli incontri ufficiali lascia sempre il compito di tradurre le conversazioni agli interpreti, cerca di non sbottonarsi troppo. Di sicuro, un po’ lo sa. Lui, che è modesto, dice “un pochino”. Meglio non esporsi troppo, altrimenti si rischia di fare la figura di (Renzi) qualche imbranato.
Tra le attribuzioni fantasmagoriche, si diceva, figurano il tataro, cioè la lingua parlata nell’inquieta regione del Tatarstan, solo perché ha tenuto un discorso in pubblico con accento impeccabile (ma il testo lo aveva scritto lui?) e lo svedese. Questa bizzarra conoscenza deriva dalla testimonianza di Sergej Ivanov, ex capo dello staff del Cremlino. Ha affermato che, con il presidente, ogni tanto “si scambiano delle frasi in svedese”.
Come è possibile? Come mai Putin padroneggia anche la lingua scandinava? Sarà per la somiglianza con il tedesco (probabile). Oppure perché al presidente non sfugge nulla.