Non basta ubriacarsi di caffè, dormire per 10 ore e fare una doccia fredda tenersi svegli: la macchina induce il sonno. È un dato empirico (lo sappiamo tutti) e ora è anche scientifico. Lo hanno dimostrato alcuni ricercatori della RMIT University di Sydney: la causa principale del senso di sonnolenza che qualsiasi passeggero di un automobile sarebbero le naturali vibrazioni del motore. Bastano 15 minuti, sostengono gli scienziati, perché ci si senta assonnati. Vale per tutti: anche chi, prima di salire, ha riposato bene e a lungo.
“Le vibrazioni a bassa frequenza, cioè quelle delle automobili o dei camion, hanno questo effetto. Gli effetti sono percepibili subito. Aumentano dopo il quarto d’ora e ancora di più dopo la mezz’ora”. L’esperimento ha coinvolto 15 volontari, inseriti in un simulatore che replica l’esperienza della guida su un’autostrada lunga e monotona.
A seconda del grado più o meno intenso di vibrazioni simulate si ottengono come risultato livelli di stanchezza diversi. In questa situazione ogni attività fisica, sia psicologia che fisiologica, diventa più difficile. Il sistema nervoso del corpo si attiva per compensare l’affaticamento e questo provoca un cambiamento nel battito cardiaco. È proprio questo il segnale che gli studiosi hanno considerato per valutare il grado di stanchezza del passeggero.
I risultati ci sono, ma “vorremmo replicare gli studi su una coorte maggiore. Anche per valutare gli effetti dell’età o di alcune particolari condizioni, come ad esempio le apnee notturne”, spiegano i ricercatori. Per il momento, visto che altre vibrazioni al contrario inducono un senso di allerta, si continuerà su questa strada: l’obiettivo è spingere i costruttori a ridurre le vibrazioni o, al massimo a controllarle.