Anche i politici sono esseri umani e perciò, come tutti noi, devono affrontare ogni anno il Grande Problema dell’estate: dove si va in vacanza? Per evitare che riparino ai soliti lidi (come la sinistrissima Capalbio) e dimentichino i loro doveri istituzionali, li aiutiamo noi, ispirati da questo articolo di Politico.eu, con le giuste indicazioni.
Luigi di Maio, ad esempio, vada in Finlandia. Bei posti, tante saune e soprattutto un reddito di cittadinanza in sperimentazione dal 2017 fino a dicembre. Prenda appunti perché gli servirà.
Per Matteo Salvini invece, la pacchia è un po’ più sotto, in Ungheria. Prima un giro in kayak sul Balaton e poi un gulasch a Budapest dove non c’è nemmeno uno straniero, a parte lui. Se preferisce cose più avventuose potrebbe farsi una crociera fino a Malta: lo lasceranno attraccare? (Nel dubbio, non si abbronzi troppo).
L’altro, il terzo, invece… come si chiama? Non importa: vada, come ogni estate, a New York alla biblioteca della New York University. Soltanto, non lo scriva sul curriculum: non ne ha più bisogno.
Sergione Mattarella, invece dopo tutto il delirio per mettere in piedi qualcosa che somigliasse a un governo, si è meritato una vacanza di tutto relax. Gli consigliamo il mare della sua Sicilia, dove potrà distendere i nervi. Del tutto controindicato, per evitare il riemergere di traumi recenti, il mar Ligure e le città che vi si affacciano. Tipo Savona.
Ci sarebbero molti consigli da dare anche all’opposizione: ma si è già dileguata da mesi. Nel Pd non si trova più nessuno. Saranno sul territorio? Glielo auguriamo, anche perché gliene è rimasto pochino. Per Leu si hanno notizie solo di D’Alema, che è già al mare sulla sua barca vecchia ma con nome e proprietario nuovi.
(Ma non succede niente di nuovo in Italia? È almeno dal 1996, con Benigni, che D’Alema viene preso in giro per la sua barca)
Forse qualcosa sì. Si pensi al prepensionato Silvio Berlusconi, che non ha più bisogno di andare a Strasburgo ed è da settimane in Sardegna, a crogiolarsi in mezzo alle solite belle donne. Per lui un consiglio: vada a Bologna (anche se il caldo è soffocante) e offra un pranzo al vecchio nemico Prodi. Lì, si lasci andare tra un ragù e un po’ di vino, e dica: “Romano, ti ricordi? Come eravamo forti, noi”. Gli farà bene la nostalgia, e farà bene anche all’ex leader dell’Ulivo. Lui le sue estati le passa sempre in città, da solo, nell’ombra afosa di casa sua: spera sempre che qualcuno lo venga a richiamare.