Mio padre, quando voleva riprendermi perché ero lento a realizzare, diceva: «Dopo quattro piatti hai capito che era risotto». Ecco, qualcosa di simile andrebbe detto ai leader della nostra cara Europa, che stentano assai a ragionare su quanto invece appare evidente: gli Stati Uniti di Donald Trump sono un Paese alleato ma non più un Paese amico.
Può essere scioccante, ma che si stenti così tanto a capirlo è quasi buffo. Quando uno come Trump, un outsider totale, conquista la Casa Bianca con una campagna elettorale che ha per slogan “America First!”, sarebbe ora di aprire gli occhi. Invece abbiamo perso più di un anno a ridacchiare alle battute dei giornalisti fighi che ci spiegavano che razza di fesso fosse Trump, oppure a inseguire quella ridicola bufala chiamata Russiagate, mentre i piatti di risotto si accumulavano senza sosta. Trump smontava i trattati commerciali internazionali (il Nafta in America del Nord, il Tpp nel Pacifico e Ttip nell’Atlantico), e noi niente. Faceva approvare una riforma fiscale a tutta protezione delle aziende americane e noi solo una letteruccia di protesta dai Governi di Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e Italia. Si lanciava in una guerra dei dazi nientemeno che con la Cina, e noi a guardare. Imponeva sanzioni economiche (perché questo sono, altro che dazi) alle importazioni dall’Europa di acciaio e alluminio (minacciando altrettanto per le automobili) e noi sempre convinti che scherzasse. Se ne usciva dal trattato sul nucleare con l’Iran, minacciando sanzioni contro le industrie europee che continuassero a fare affari con la Repubblica islamica, e noi a balbettare.
Che se poi le cose gli fossero andate male, tanto quanto. E invece no, l’economia americana vola: disoccupazione al 4,1% su scala nazionale (mai così bassa negli ultimi vent’anni), un milione di nuovi posti di lavoro creati negli ultimi dodici mesi, la Borsa che batte ogni record. E noi sereni.
Che se poi le cose gli fossero andate male, tanto quanto. E invece no, l’economia americana vola: disoccupazione al 4,1% su scala nazionale (mai così bassa negli ultimi vent’anni), un milione di nuovi posti di lavoro creati negli ultimi dodici mesi, la Borsa che batte ogni record. E noi sereni
Trump è un nazionalista come tanti, con una piccola differenza: lui fa il nazionalista essendo il Presidente degli Usa, l’unica vera superpotenza al mondo. E quasi ogni giorno manda messaggi per farci capire che delle alleanze tradizionali se ne impipa. Lui è convinto che gli Usa possano e debbano dettare la linea e che gli altri debbano adeguarsi. Non è amico nostro come non è amico di Vladimir Putin. Non è amico di nessuno. Fa gli interessi degli Usa e basta. Non è complicato.
Se il concetto ancora non era chiaro, la trasferta in Europa ha disperso qualunque dubbio. Tutta la storia dei fondi per finanziare la sicurezza dell’Europa e mantenere la Nato, gli europei scrocconi, il 2% del Pil da portare al 4%, sono una cortina fumogena. Trump e i politicanti europei sanno benissimo che spendere tutti quei soldi per la Nato è un’assurdità. Per dire: il 4% del Pil è esattamente quanto l’Italia spende per la scuola e l’istruzione. E per simili cifre da quali pericoli la Nato dovrebbe proteggere l’Europa? Stiamo qui davvero a raccontarci che senza la Nato avremmo i carri armati russi a Berlino?
La Russia e l’Europa fanno grandi affari insieme, l’unico interesse a creare questo clima di ansia e paura ce l’hanno gli Usa, per il vecchio principio del divide et impera. Al contrario, al limite siamo noi che dovremmo essere risarciti dagli americani. Noi europei che, per convenienza economica e sudditanza politica, abbiamo sacrificato risorse e vite lasciandosi coinvolgere in una lunga serie di guerre americane, dall’Afghanistan all’Iraq alla Siria, che ci hanno dato solo problemi. E anche per quanto riguarda l’Ucraina, non dimentichiamo che tutto è nato dal rivolgimento di Maidan, ispirato e sponsorizzato dagli Usa. I quali ben sapevano che la Russia non avrebbe mai accettato un Governo ostile alle porte, con navi da guerra americane ormeggiate a Sebastopoli. E noi europei, per quell’iniziativa americana, spendiamo (o non incassiamo) un sacco di quattrini. Secondo i calcoli della Coldiretti, la sola Italia perde 3 miliardi l’anno in mancate esportazioni per sostenere le sanzioni contro la Russia. Per non parlare delle 90 testate atomiche americane dislocate nelle basi nel nostro Paese. Nessun altro Paese europeo ne ha altrettante, il che fa di noi il primo bersaglio di quella guerra atomica che i vertici Nato evocano un giorno sì e l’altro pure.
Sanzioni, intimidazioni, ricatti economici. Non è abbastanza per fare qualche riflessione un po’ più seria di quelle in corso, sempre bloccate tra la bocca aperta e la grattatina alla testa? Come si diceva prima, abbiamo partecipato alle avventure americane per convenienza economica e sudditanza politica. Quel che succede adesso è che la sudditanza politica sta man mano aiutando Trump a ridurre la nostra convenienza economica
E se vogliamo parlare di pericoli, o almeno di ragioni di preoccupazione, che cos’ha fatto la Nato per proteggerci dal terrorismo? E per darci una mano, negli anni scorsi, con i flussi migratori incontrollati?
L’obiettivo di Trump, quindi, è avere più soldi per la Nato, che si tradurrebbero comunque in ulteriori incassi per il complesso industrial-militare americano che controlla il Presidente e la sua politica, ma soprattutto mettere sotto tutela l’Europa e trasformarla in una docile mucca da mungere. Gli attacchi alla Germania, che sarebbe “prigioniera della Russia per il gas”, ne sono la più palese dimostrazione: niente più Nord Stream 2, niente più gas russo alla Germania e tanto bel gas liquido americano esportato verso il Vecchio Continente. Certo, trasportarlo dagli Usa all’Europa via nave lo renderebbe del 15-20% più costoso di quello russo in arrivo nei tubi sotto il Baltico. Ma quello sarebbe un problema nostro.
Sanzioni, intimidazioni, ricatti economici. Non è abbastanza per fare qualche riflessione un po’ più seria di quelle in corso, sempre bloccate tra la bocca aperta e la grattatina alla testa? Come si diceva prima, abbiamo partecipato alle avventure americane per convenienza economica e sudditanza politica. Quel che succede adesso è che la sudditanza politica sta man mano aiutando Trump a ridurre la nostra convenienza economica. Forse si potrebbe mandare alla Casa Bianca un messaggio. Tipo: sai che c’è? Con i soldi che noi Paesi europei diamo alla Nato (che ha un bilancio annuale, tra militare e civile, di circa 1,5 miliardi di euro), possiamo farci una bella forza d’interdizione sufficiente a tenere alla larga eventuali aggressori. E forse risparmiamo pure qualcosa. Per cui, visto che non ci serve più, sai che cosa ci puoi fare con la tua Nato? Insomma: andiamocene e basta.