Povera Sky. Non era bastata Netflix, non era bastata DAZN, ora di voleva pure quella zoccola di Asia Argento (attenzione, si sta praticando del sarcasmo, astenersi indignati incapaci di leggere le sfumature e querelanti). Non gliene va bene una, e quando a qualcuno non ne va bene una non si può che mettersi al suo fianco e solidarizzare, se serve anche alzare la voce in sua difesa. Nessuno tocchi Sky.
Va beh, sorvolo su Netflix, perché oggettivamente a Netflix che gli puoi dire? Hanno le serie più fighe, sembra la cristallizzazione dei sogni di chiunque ambisca a una tv senza palinsesti, normale abbia successo. Sorvolo anche su DAZN, perché, come tutto il resto dei senzienti non ho esattamente capito di che si tratta, se non di qualcosa in cui c’entra il calcio e Diletta Leotta, quindi mi guardo bene dal fare battute, e mi concentro sull’attuale rapporto tra Sky e Asia Argento, quella che sui social verrebbe indicata come una Relazione Complicata.
Lo è stata sin dall’inizio, relazione complicata, perché i molti cultori della musica si sono risentiti nel vedere il nome di Asia Argento legato a X Factor, programma nel quale andrà/ sarebbe dovuta andare a ricoprire il ruolo di giudice. Che c’entra X Factor con la musica?, si sono chiesti tutti. Poi si sono soffermati anche sul giudice scelto, e trattandosi di Asia Argento si sono lasciati andare a ogni tipo di commento pesante, come il nome in questione sembra richiedere di prassi. Come se, per fare i pignoli, avessero avuto a che fare più di lei con la musica gente come Victoria Cabello, Simona Ventura, Alvaro Soler o Francesca Michielin (che non è stata giudice ma, nei fatti, è stata l’ultima vincitrice di X Factor a aver azzardato uno straccio di carriera, non volendo prendere in considerazione i Makeskin, che con la musica hanno ancora meno a che fare di Chiara Galiazzo, cioè qualcosa che stia all’infinito in negativo a cui ancora la matematica non ha dato un nome). Domanda stupida, quindi, quella che chiedeva il perché una come Asia Argento fosse stata scelta. Semplice, per sfruttare appieno la scia mediatica del Metoo. Vuoi mettere? Un personaggio noto, per lignaggio, carriera e soprattutto per le pagine dei giornali di gossip. Una che è anche stata compagna e madre della figlia di Morgan, probabilmente il giudice per antonomasia di X Factor, quello più carismatico e che ha portato a casa più vittorie di tutti. Una famosa anche all’estero, sempre per i medesimi motivi di cui sopra, e che, a parte gli scherzi, di musica ne capisce pure, complici frequentazioni di alcuni musicisti, collaborazioni varie, featuring e dj set assortiti. Insomma, un nome perfetto. Anche perché X Factor insegue da sempre un’aula di santificazione, prova ne è un proto femminismo pret a porter proposto l’anno scorso da Levante, una certa interrazzialità altrettanto pret a porter incarnata dai vari Soul System e Samuel, e una attenzione tutta social, cioè superficiale e incapace di lasciare traccia, rivolta a temi sociali di attualità, quasi sempre interpretati coralmente dai concorrenti in cover di gruppo capaci di far rimpiangere quelle simili dei karaoke ai villaggi vacanza (dove almeno si possono ammirare i culi di quelle carine in bikini – si legga la prima parentesi prima di fare commenti avventati). Insomma, w Asia Argento, quella bella e maledetta, quella che ha fatto capitolare Weinstein con le sue denunce, con il MeToo e il discorso di Cannes, ma anche quella con l’angelo tatuato sopra la patata, dei baci dati ai rottweiler nei film di Ferrara, quella rocker e dannata. Poi però arriva la notizia del New York Times e tutto va, letteralmente, a puttane. Peggio che con DAZN, credo di poter azzardare.
Solo che c’è un problema, Sky non deve cacciare Asia Argento. Perché se lo fa diventa populista, dozzinale, come tutti gli altri. Hai voglia Cattelan a presentarsi coi mocassini senza calzini, hai voglia a fare coreografie fighe (chissà chi le farà senza Tommassini?), hai voglia a fare quelli cool, categoricamente da contrapporre a Amici, Sky e più nello specifico X Factor diventerebbe normale, come la nostra vicina di ombrellone, come Amici che caccia Morgan, come DAZN (qui si improvvisa, perché non si sa che cazzo sia sta DAZN)
Perché noi siamo un popolo di santi, poeti, navigatori e quel che cazzo vi pare, ma tutti mestieri categoricamente da uomini. Sì, siamo un popolo maschilista, e su certe faccende non si scherza.
Quindi tanto abbiamo dato a Asia Argento della zoccola per la faccenda Weinstein, perché non aveva parlato a suo tempo, perché aveva usato il suo corpo per fare carriera, perché poi faceva vedere le zizze nei film e nei giornali e per qualsiasi altro motivo maschilista vi venga in mente, al punto da mettere in discussione l’idea stessa di molestia e violenza di genere, come se non ci fosse mai capitato di vedere qualche uomo abusare della sua posizione professionale per il proprio piacere fisico, tanto le stiamo dando della zoccola ora, a ruoli ribaltati. Quando è lei a essere accusata di molestie da un giovane, all’epoca minorenne, nessuno ha da eccepire sul tempo passato, sull’uso del corpo a fini carrieristici, sul piacere provato o non provato, la zoccola é lei, punto e basta. E qui arrivano i cazzi, metaforici e anche letterali, per Sky. Perché se Netflix che è Netflix, cioè il tipo che a scuola non solo va bene in tutte le materie senza studiare troppo, è campione negli sport e (ecco un tocco di sano maschilismo) si tromba anche tutte le ragazze, comprese quelle che sembravano inarrivabili, decide di licenziare su due piedi Kevin Spacey da House of Cards, KEVIN SPACEY DA HOUSE OF CARDS, figurati se uno può star lì a pensare se licenziare o meno per i medesimi motivi Asia Argento, che sta pure sul culo a praticamente chiunque. Chiaro, si apre un buco di produzione, tocca trovare una soluzione al volo, ma vuoi mettere il plauso di tutti quelli che ragionano con la pancia, cioè il 99% della popolazione, vuoi mettere il plauso dei bigotti da supermercato, vuoi mettere la pubblicità gratuita su social e media tradizionali?
Solo che c’è un problema, Sky non deve cacciare Asia Argento. Perché se lo fa diventa populista, dozzinale, come tutti gli altri. Hai voglia Cattelan a presentarsi coi mocassini senza calzini, hai voglia a fare coreografie fighe (chissà chi le farà senza Tommassini?), hai voglia a fare quelli cool, categoricamente da contrapporre a Amici, Sky e più nello specifico X Factor diventerebbe normale, come la nostra vicina di ombrellone, come Amici che caccia Morgan, come DAZN (qui si improvvisa, perché non si sa che cazzo sia sta DAZN).
E allora, visto che l’idea di un mondo che se deve scegliere se stare dalla parte degli uomini o delle donne sceglie sempre la parte degli uomini ci fa moderatamente schifo, e visto che l’idea che qualcuno possa mettere in discussione un movimento come Metoo per i testimonial ci fa ancora più schifo, diciamo senza ombra di dubbio #iostoconsky. Compagni, non mollate, tenetevi Asia Argento contro ogni logica di mercato e se la storia di Bennett dovesse essere confermata, magari condita da dettagli scabrosi, allungatele il contratto a vita. Mai come in questi casi si senta forte la nostra voce: w Asia Argento, w Sky, w la Figa.