In Giappone una scuola cristiana si rifiuta di celebrare una festa laica e tradizionale: “È contro la religione”

In estate in tutto il Giappone si festeggia Tanabata, una ricorrenza secolare legata a un'antica storia cinese di due innamorati mitologici. Stavolta, in una scuola di tradizione cristiana, qualcuno ha preferito dire di no

Ogni volta che una scuola rinuncia al presepe o alla canzoncina natalizia per “rispettare anche i bambini di altre religioni” in tanti in Italia si infuriano, parlano di dittatura delle minoranze e di sudditanza psicologica (ah no, quelli sono gli arbitri). Ma non immaginano neppure che qualcosa di simile possa succedere a parti invertite. E invece succede in Giappone.

Ogni anno in tutto il Paese si celebra la Tanabata, una festività più o meno legata alle stelle, tramandata di generazione in generazione fino a oggi e festeggiata piantando canne in giardini privati e pubblici canne di bambù sulle quali vengono legate strisce di carta con frasi benauguranti o desideri. Una cosa piuttosto innocua, colorata e simpatica. È sempre accaduto e nessuno si è mai lamentato. Fino a luglio 2018.

Pochi giorni fa un utente di Twitter scopre che nel giro di una notte sono state rimosse le canne di bambù piantate nel giardino di una scuola cristiana (di cui non viene fatto il nome). Cosa era successo? Un furto? Uno scherzo? Niente di tutto ciò: era stata la scuola che, irritata da una festività che non ha nulla a che vedere con la religione cristiana ha deciso di passare alle maniere forti, eliminando il bambù. Giusto? Sbagliato?

Prima di dare giudizi e far notare che i bambù non sono presepi e che la scuola è cristiana e non laica (tradizione che risale ai gesuiti missionari del XIX secolo), si tenga conto che la Tanabata è una festa secolare, non religiosa. Si rifà a un’antica leggenda di origine cinesi che racconta di due innamorati che possono incontrarsi solo una volta all’anno, simboleggiati dalle stelle Vega e Altair, separate dalla via Lattea. Fantasiosa sì, ma appunto non religiosa, né buddhista né shintoista e nemmeno confuciana.

E allora, perché rifiutarla? Una decisione che appare incomprensibile cui alcuni studenti hanno reagito, sempre in modo molto giapponese. Anziché legare i foglietti alle canne di bambù, ormai rimosse, li hanno attaccati al muro esteriore della scuola, permettendo a tutti i passanti di leggere i loro desideri: “Spero che l’anno prossimo tutti possano festeggiare Tanabata”, o “Spero che questa scuola diventi più tollerante di fronte alle altre culture”, o “Pensate di poter fare quello che volete solo perché dite amen?”, e infine: “Ora capisco come si sentiva Lutero quando ha fatto partire la Riforma protestante”.

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