Un mistero che poteva essere risolto soltanto da Agatha Christie. Più o meno. Nel giugno del 1977 la scrittrice, che era morta ormai da un anno, è riuscita lo stesso a contribuire alla soluzione di un caso medico particolare, salvando la vita di una bambina di 19 mesi. Lo ha fatto attraverso ciò che aveva scritto nel suo libro del 1961, “Un cavallo per la strega”.
La storia, raccontata anche dal New York Times, andò così. Una bambina araba di 19 mesi, proveniente dal Qatar, presentava sintomi strani di una malattia sconosciuta. I medici londinesi dell’ospedale di Hammesmith non sapevano come raccapezzarsi. La pressione sanguigna continuava a crescere, la respirazione era sempre più difficoltosa e la bimba sembrava ormai sempre più vicina alla morte. Che fare?
La soluzione, incredibile, venne trovata leggendo il giallo della scrittrice. Durante i controlli mattutini, l’infermiera Marsha Maitland, fervente lettrice di gialli, ebbe un’ispirazione. La bambina, ipotizzò, poteva essere stata avvelenata con del tallio, un metallo bianco-azzurro molto velenoso. L’idea le ra venuta leggendo “Un cavallo per la strega”, in cui vengono descritti in modo molto minuzioso e accurato i sintomi da avvelentamento da tallio. Guarda caso, erano proprio gli stessi presentati dalla piccola paziente.
I medici, disperati, decisero di tentare anche questa carta. Effettuarono dei controlli con l’aiuto di Scotland Yard, gli unici all’epoca che possedevano gli strumenti necessari per verificare l’intossicazione – il tallio era ed è un materiale rarissimo in Gran Bretagna – e i risultati furono positivi. La bambina ricevette il trattamento giusto e fu salvata. Appena in tempo. Grazie a un’infermiera con il vizio della lettura e un giallo scritto sedici anni prima.