Le aziende più moderne e scintillanti, per venire incontro ai desideri e agli stili di vita dei loro dipendenti., offrono facilities, strumenti e comfort una volta impensabili. C’è la scrivania-tapis roulant (per fare ginnastica mentre si lavora), gli spazi per il pisolino pomeridiano, l’immancabile ping pong (ad esempio a Google) per rilassarsi e fare team building, l’asilo interno, la palestra nell’edificio, la piscina per tutti, il permesso “per portare a spasso il cane”, gli orari variabili, il lavoro da remoto. E mille altre cose.
Il problema è che, come rivela un sondaggio condotto da Future Workplace, azienda di risorse umane, su un campione di 1.614 impiegati americani, tutte queste cose non importano davvero a nessuno: quello che desiderano di più, in realtà, è godere di luce naturale e, se possibile, di un panorama rilassante.
Un bisogno più che naturale, avvertito con maggiore urgenza in un’epoca in cui si passano ore davanti a schermi di diverse grandezze. I dipendenti americani desiderano, per far riposare gli occhi, poter alzare lo sguardo e contemplare una finestra, da cui entra luce vera.
Del resto, continua lo studio, l’assenza di luce peggiora l’umore, aumenta la stanchezza, accresce il senso di alienazione. E sono tanti gli studiosi che collegano un miglioramento della salute e dell’attività all’esposizione alla luce naturale (addirittura, un crollo del 53% dei mal di testa e del 63% del senso di confusione).
Sarà strano, ma in molte aziende i finestroni con vista e luce sono una prerogativa solo dei dirigenti, quasi una forma di privilegio e status symbol. È un bene da non condividere, importante perché simbolico. Agli impiegati, chiusi in stanzoni al neon, vengono invece offerte cose superflue ma cool, come le palestre, piscine e ping pong. E che provino a lamentarsi.