Premessa (ormai tocca fare ogni volta ‘na premessa ché altrimenti ci si arena subito prima di discutere): il mantra del “se attaccate noi aiutate Salvini” è una strategia difensiva da prima elementare, se la gioca con il “e allora il PD?” di quegli altri e dimostra con quanta fatica si riesca ad aprire una riflessione su una sconfitta che evidentemente qualcuno spera di superare attraverso l’oblio, la sostituzione etnica degli elettori oppure affidandosi a un asteroide che renda impossibile qualsiasi altra elezione (e di conseguenza perderle).
Detto questo nelle scorse ore abbiamo assistito a un interessante filotto di dichiarazioni che merita di essere studiato perché entra di diritto nell’antologia della fuga dalla realtà di un partito che avrebbe voluto essere socialdemocratico, è diventato piuttosto liberale e ora vola a vele spiegate verso il salvinismo spinto senza nemmeno avere il coraggio (o le qualità) per essere più di una sua fotocopia sbiadita e travestita da benpensante. Partiamo da Flavio Tosi, uomo fieramente di destra, amico degli skin e amante tradito dalla Lega che gli è scivolata dalle mani. Alla notizia che la stretta di Salvini sui permessi ha già prodotto qualcosa come 12.000 clandestini in più l’ex sindaco di Verona decide di andarci giù duro e scrive sul suo profilo twitter: «In tre mesi di Salvimaio più #clandestini e meno #rimpatri. Risultato? Oltre 4 mila nuovi clandestini al mese. Un conto sono le chiacchiere, gli annunci e la #propaganda, un altro è saper farle le cose. Tre mesi di #Salvini Ministro dell’Interno uguale 12450 clandestini in più.»
Ci sta. Tosi sta agli immigrati come Renzi all’umiltà o Giuseppe Conte all’autorevolezza ed è inevitabile che quei clandestini non lo facciano dormire la notte. A ruota però (e qui viene il bello, anzi, qui arriva il peggio) spunta anche il tweet di Debora Serracchiani, ex maggiorente del Partito Democratico nonché antica campione di preferenze alle europee dopo che urlò in faccia alla dirigenza che il PD avrebbe dovuto tornare a fare il PD. Twitta la Serracchiani: «Per volontà del ministro dell’Interno @matteosalvinimi ci sono oltre 12mila clandestini in più liberi di girare l’Italia. Una tattica spregevole per creare un problema di sicurezza, e poi denunciarlo senza risolverlo. Intanto dove sono i rimpatri di massa?»
La dichiarazione di Debora Serracchiani è un capolavoro di autolesionismo: e lei riesce a sfornare un toppa peggiore del buco: “uso le sue parole per metterlo in contraddizione. Io non sono d’accordo ma c’è reato di clandestinità e @LegaSalvini ha creato 12mila “delinquenti” negando l’asilo. “, scrive. Che poi quel reato di clandestinità (che è la Bossi-Fini) il PD non abbia mai pensato di abolirlo mentre era al governo sembra esserselo dimenticato più di qualcuno
La sua dichiarazione è un capolavoro di autolesionismo: ci sono dentro i clandestini più liberi di girare l’Italia, con tutto il brodo di preoccupazione per la nostra sicurezza secondo le migliori intuizioni salviniane e questa bella immagine di branchi di immigrati stipati negli aerei per essere rispediti a casa se fosse lei al governo. Qualcuno le fa notare che la dichiarazione è abominevole e lei riesce a sfornare un toppa peggiore del buco: “uso le sue parole per metterlo in contraddizione. Io non sono d’accordo ma c’è reato di clandestinità e @LegaSalvini ha creato 12mila “delinquenti” negando l’asilo. “, scrive. Che poi quel reato di clandestinità (che è la Bossi-Fini) il PD non abbia mai pensato di abolirlo mentre era al governo sembra esserselo dimenticato più di qualcuno.
Ma non è finita qui. Arriva di gran lena il deputato del PD Luciano Nobili che rincara: «Con il lavoro di Minniti e dei nostri governi l’Italia aveva ridotto gli arrivi dell’80%. Con la Propaganda di #Salvini e #DiMaio crollano i rimpatri e aumentano i clandestini. Dovevano cacciare tutti, in soli tre mesi ne sono arrivati 13mila in più. Lo spread tra balle e realtà». Nobili però, a differenza di suoi compagni di partito ben più importanti, deve avere vicino qualche amico che gli vuole bene: il tweet magicamente scompare. Andiamo avanti. Arriva la deputata PD Alessia Morani: «Peccato che il ministro degli interni grazie al quale sono diminuiti gli sbarchi non era #Salvini ma MARCO MINNITI! Oggi invece abbiamo meno rimpatri! Oltre alla propaganda, niente!»
A parte un congiuntivo mancante e il Minniti tutto maiuscolo la Morani deve avere qualcuno che le vuole bene e la consiglia. Il tweet sparisce. Forse ha un amico in comune con Nobili. Intanto arriva addirittura Gentiloni (sì, sì, quel Gentiloni): «Rimpatrieremo 500mila migranti! annunciava il ministro degli Interni. Nei primi tre mesi di feste e comizi, i rimpatri sono diminuiti del 30%».
Attaccare Salvini sulle paure che è riuscito a concimare significa legittimarlo ancora di più, se possibile, della già flebile opposizione. Accettare di sedersi con lui a giocare con i numeri delle vite umane fagocitate dalla propaganda è il modo migliore per normalizzare la sua ferocia piuttosto che condannarla. Fare opposizione rivendicando la mancata attuazione di azioni che non si condividono è quanto di più stupido possa fare un partito politico.
Alè. Attaccare Salvini sulle paure che è riuscito a concimare significa legittimarlo ancora di più, se possibile, della già flebile opposizione. Accettare di sedersi con lui a giocare con i numeri delle vite umane fagocitate dalla propaganda è il modo migliore per normalizzare la sua ferocia piuttosto che condannarla. Fare opposizione rivendicando la mancata attuazione di azioni che non si condividono è quanto di più stupido possa fare un partito politico. Qualcuno per favore li fermi, provi con calma a spiegargli che sarebbe arrivato il momento di ascoltare qualche proposta in questo letame di recriminazioni da bulli che si danno appuntamento fuori come accadeva nelle litigate a scuola. Oppure, se questa è la linea, do sommessamente un consiglio: al prossimo congresso candidate Salvini. Niente di più facile.