Per i linguisti c’è poca differenza: gli americani scrivono “color”, gli inglesi “colour”. A parte appassionanti discussioni sulla storia di questi cambiamenti grafici della scrittura, sono tutti d’accordo che si tratti della stessa parola e che sia corretta in entrambe le grafie (cosa è poi corretto o scorretto, per un linguista?).
Per i professori no. Come si spiega in questo simpatico thread su Quora, se si frequenta una scuola inglese e si scrive con grafia americana (o viceversa) gli insegnanti sono tenuti a segnarlo come errore. “Labor” non va bene (segno rosso), così come “center” o, appunto, “color”. Più tolleranza, anche perché c’è molta più confusione, nel caso delle “- s” e delle “- z”: si può scrivere “realize”, come etimologia comanda, ma anche “realise”. Lo stesso vale per “organize” e “finalize”. La ragione? Una contorta storia di etimologie greche e francesi, attestazioni cinquecentesche e riprese americane. Alla fine anche i professori, per non inasprire un lungo dibattito, preferiscono chiudere un occhio.
Va notato, infine, un piccolo dettaglio: saranno scorretti gli spelling Usa, ma di fronte ai nomi propri, anche i rigidi professori di Oxbridge dovranno chinare la testa: “Pearl Harbor”, per esempio, o “Labor Day”, dovranno essere tenuti come sono. Ma niente impedirà loro di disprezzarli.