La vergogna continua: a Parma “capitale della cultura”, i bibliotecari hanno contratti da cuoco

Con l’esternalizzazione della gestione delle biblioteche comunali, il bando è stato vinto da una cooperativa che ha applicato il contratto delle coop sociali per cuochi, autisti e assistenti socio-sanitari. Paga di 8 euro lordi l’ora. E veniva richiesta anche la laurea

Già prima dell’estate l’Associazione italiana biblioteche (Aib) aveva scritto nero su bianco che le condizioni lavorative prospettate dal Comune di Parma per la concessione in appalto delle biblioteche comunali non erano accettabili. Eppure l’amministrazione guidata da Federico Pizzarotti è andata avanti, ha pubblicato il bando e lo ha assegnato a una cooperativa di Ferrara. Risultato: nella città eletta “capitale della cultura 2020”, i bibliotecari, anziché firmare il regolare contratto di Federculture, hanno un contratto per cuochi, operai specializzati, autisti e operatori socio-assistenziali. Con paghe da circa 8 euro lordi l’ora, e stipendi che superano di poco i mille euro netti, nonostante una esperienza decennale.

È dal 2009 che, dovendo risparmiare, il comune di Parma ha iniziato ad affidare all’esterno la gestione delle biblioteche a gestione municipale con bandi che seguono il principio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Si è partiti prima con la Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi: in quel caso a vincere il bando fu una cooperativa di Torino, che applicò per i bibliotecari il contratto multiservizi, quello per gli addetti alle pulizie. Nel 2015, quando la nuova giunta guidata da Pizzarotti si era già insediata, l’esternalizzazione si è allargata ad altre due delle cinque biblioteche comunali. E da allora la coop vincitrice è Le Pagine di Ferrara, un gigante del settore, che ha preferito applicare il contratto delle cooperative sociali e socio-assistenziali – di solito usato per le strutture sanitarie – che con la professione di bibliotecario però c’entra poco o nulla.

Quest’anno il nuovo bando del Comune è stato esteso integralmente alle cinque biblioteche comunali (Ilari Alpi, Pavese, Alice, Guanda e Civica), con l’aggiunta delle aperture domenicali per tutte, per un costo del personale previsto di 856mila euro per 12 addetti per tre anni (costo totale: 972mila euro). L’Aib, che ha creato un osservatorio ad hoc sul lavoro, da subito ha fatto notare al Comune che a questo prezzo non si sarebbero potute rispettare le tabelle ministeriali previste per il pagamento di bibliotecari e aiuto bibliotecari (con una differenza di circa 9 euro lordi in meno di costo in media per lavoratore). E ha chiesto di ritirare il bando, riformulandolo con una base d’asta più alta, che avrebbe permesso l’applicazione di condizioni contrattuali migliori. Ma così non è stato.

L’Aib da subito ha fatto notare al Comune che a questo prezzo non si sarebbero potute rispettare le tabelle ministeriali previste per il pagamento dei bibliotecari. E ha chiesto di ritirare il bando, ma così non è stato

Nonostante la portata del bando e la vivace realtà delle coop in Emilia Romagna, alla gara hanno partecipato solo due grandi cooperative: Le Macchine Celibi di Bologna, che lavorava già con il Comune di Parma, e Le Pagine di Ferrara, che gestiva già in parte le biblioteche. La logica dell’offerta economicamente più vantaggiosa (che in questo caso contava per il 20% dell’offerta), permette solo alle realtà maggiori di poter applicare ribassi anche del 10-15%, rifacendosi poi con l’applicazione di contratti di lavoro con paghe e inquadramenti bassi.

Le Pagine, alla fine, si è aggiudicata nuovamente il bando, tra le polemiche dell’opposizione e dei sindacati. Le critiche sono arrivate anche da un’associazione cittadina di lettori (Leggere tra le ruspe), che ha messo nero su bianco i dati in calo delle biblioteche parmensi: dal 2010 a oggi le utenze sono passate da 25mila a 16mila, con una riduzione dei libri da 390 a 320mila. Dati non proprio positivi per una “capitale della cultura”. Un bando «indegno e vergognoso», scrivono i lettori, con stipendi «da fame» per i bibliotecari. Il contratto applicato da Le pagine ai 12 operatori è ancora quello delle cooperative sociali. Quello corretto «a cui fare riferimento sarebbe “Federculture”, dove i lavoratori stessi sono inquadrati con le categorie e le rispettive adeguate retribuzioni», denunciano da Usb. Risultato: I bibliotecari «svolgeranno le stesse mansioni del personale pubblico, ma con differenze salariali e contrattuali significative», spiega la Cgil.

A conti fatti, dividendo il numero complessivo di ore richieste dal capitolato, si arriva a 8 euro lordi orari di retribuzione per ciascun bibliotecario. Contando che si tratta per lo più di part time con un massimo di 36 ore settimanali, si arriva a poco più di 1.000 euro netti al mese. Senza dimenticare che il bando, questa volta, forse proprio in occasione della promozione di Parma a “capitale della cultura 2020” alzava l’asticella delle competenze: veniva richiesta la laurea, capacità di gestione dei social network, di organizzazione eventi e interazione con gli studenti delle scuole. Requisiti non proprio adatti a chi ha contratti da cuoco o da autista, con patente.

***

Richiesta di rettifica

Nell’articolo si afferma che nella città eletta “capitale della cultura 2020”, i bibliotecari, anziché firmare il regolare contratto di Federculture, hanno un contratto per cuochi, operai specializzati, autisti e operatori socio-assistenziali. Con paghe da circa 8 euro lordi l’ora, e stipendi che superano di poco i mille euro netti, nonostante una esperienza decennale”.

L’articolo contiene affermazioni non corrette, non corrispondenti alla verità e lesive dell’immagine della Cooperativa.

La Coop. Le pagine correttamente applica il CCNL delle Cooperative sociali per tutti i propri dipendenti (bibliotecari, archivisti, catalogatori, educatori) che sono inquadrati in base alle mansioni svolte e retribuiti secondo le declaratorie contrattuali.

L’applicazione ai lavoratori dell’attuale CCNL Coop. Sociali è stata sancita e ratificata con due verbali di accordo sottoscritti in sede sindacale quando la Cooperativa, a partire dal 2015, ha iniziato a gestire i servizi bibliotecari delle biblioteche comunali di Parma, provvedendi ad assumere i bibliotecari che lavorano per conto del precedente gestore.

In data 27 aprile 2015, presso al sede CGIL di Parma, su sottoscritto un verbale di accoro sindacale tra la Cooperativa Le Pagine e le organizzazioni sindacali (FP CGIL FISASCAT CISL, FILCAMS CGIL, in rappresentanza dei lavoratori occupati presso le Biblioteche del comune di Parma) che definiva sia le modalità di riassorbimento del personale sia l’ammortizzazione dei contratti di lavoro in modo da assicurare ai lavoratori continuità lavorativa e pari trattamento retributivo.

Con il verbale di accordo sindacale dell’aprile 2015 le parti hanno espressamente convenuto non solo che il CCNL applicabile anche ai lavoratori assorbiti fosse il CCNL applicato della Coop. Le Pagine per i lavoratori delle cooperative del settore socio sanitario assistenziale educativo e di inserimento lavorativo, nominato per brevità CCNL Coop.Sociali, ma hanno anche determinato l’armonizzazione degli inquadramenti, della classificazione del personale e del trattamento economico, tenuto conto delle tipologie lavorative.

La legittima applicazione del CCNL Coop. Sociali ai bibliotecari è inoltre ribadita anche dall’Accordo Sindacale del 24 agosto 2015 stipulato con le OO.SS di Parma, FP Cgil e FILCAMS Cgil.

A riprova della correttezza della Cooperativa, tutti i lavoratori riassorbiti hanno mantenuto la loro anzianità lavorativa ed hanno conservato i superminimi di cui godevano.

I bibliotecari occupano posti in cui svolgono le mansioni con le attività previste e descritte dei capitolati speciali e dai bandi di gara per l’assegnazione della gestione delle biblioteche. I loro inquadramenti contrattuali sono, dunque, definiti in base alle effettive e concrete mansioni scolte nel rispetto delle declaratorie previste dal CCNL e non sulla base di titoli formativi e professionali astratti, non collegati ai compiti attribuiti come previsti dal capitolato.

Dunque, il livello e la retribuzione che la Cooperativa ha lecitamenete assegnato ai bibliotecari corrisponde alle mansioni svolte ed alle declaratorie e qualifiche previste dal CCNL Coop. Sociali applicabile ai bibliotecari in base agli Accordi Sindacali sottoscritti nel 2015.

L’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Bologna con nota del 31/01/2017 prot. N. 1054 ha concluso che il servizio di gestione di una biblioteca di un ente pubblico rientra tra i servizi educativi che possono essere svolti dalla cooperative sociali di tipo A, come la Coop. Le Pagine, e che, pertanto, la Cooperativa può legittimamente applicare il relativo CCNL Coop. Sociali.

Anche l’ANAC con la delibera n. 438 del 27/04/2’17 ha ritenuto che la gestione di una biblioteca pubblica è inquadrabile per contenuto e finalità nei servizi sociali ed educativi svolti dalle cooperative di tipo A nell’interessi pubblico.

Ai fini della determinazione dell’adeguatezza di una determinata retribuzione non può farsi riferimento ad una singola disposizione del contratto che prevede un diverso trattamento retributivo per altri dipendenti, ma – a differenza di quanto esposto nel Vostro articolo – occorre considerare tutti gli elementi ed istituti contrattuali che confluiscono nel trattamento economico globale fissato dalla contrattazione collettiva e dagli accordi integrativi aziendali.

La Coop. Le Pagine applica correttamente e legittimamente al proprio personale non solo il CCNL Coop. Sociali, ma anche gli Accordi Integrativi di settore vigenti nei diversi territori in cui opera con il proprio personale La Cooperativa ha, altresì, in essere un contratto integrativo aziendale che introduce elementi migliorativi rispetto alle previsioni del CCNL. In particolare l’istituzione di una banca ore per andare incontro alle esigenze di flessibilità nella gestione dell’orario di lavoro ai fini di conciliare tempi di vita/lavoro, l’integrazione al 100% del trattamento retributivo previsto per le lavoratrici in congedo di maternità. La Coop. Le Pagine ha provveduto a stipulare apposita polizza assicurativa aventi finalità sanitarie per i lavoratori iscritti. Ogni anno la Cooperativa paga un numero aggiuntivo di 20 ore retribuite per ciascun dipendente per la formazione e l’aggiornamento professionale.

Contrariamente a quanto sostenuto nell’articolo, la Coop. Le Pagine opera in maniera seria e corretta nel pieno rispetto della normativo in materia di legislazione del lavoro e corrisponde ai lavoratori retribuzioni adeguate e proporzionate ai loro compiti così come previsto sia dal CCNL lecitamente applicato sia dagli Accordi Integrativi Aziendali e di Settore vigenti.

Dott.ssa Patrizia Luciani – Presidente Coop. Le Pagine

Avv. Benito Magagna

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter