In quella che è senza dubbio una delle stagioni televisive più bellicose e ricche di esperimenti – la nuova Rete4, Mara Venier contro Barbara D’Urso, la first lady Elisa Isoardi ai fornelli – il primo dei duelli più attesi è sicuramente quello di Barbara Palombelli contro Lilli Gruber. La prima, eletta nuova regina e stakanovista di Mediaset, dove conduce ben tre programmi in diretta – più di quanto faccia la d’Urso e più di quanto credevamo umanamente sostenibile – conduce ogni giorno Stasera Italia che se la deve vedere con la veterana Gruber, padrona di casa di Otto e mezzo, salotto chic del dibattito politico su La7.
La Palombelli, che con il suo programma ha preso il posto del pollaio di Dalla Vostra Parte, è riuscita a trasformare quello spazio in qualche cosa di accettabile, a portarlo ad un gradino evolutivo superiore rispetto alle imbarazzanti risse di Belpietro e Del Debbio, ormai rottamati. Addirittura capita che i suoi ospiti parlino uno alla volta e attendano la fine del discorso dell’avversario per proferire. Quasi uno scandalo per Rete 4.
Barbara conduce con relax, senza ansie. Ospita De Bortoli, Buttafuoco, Damilano, Bersani, Calenda, elimina i collegamenti dalla piazza, si dà un certo tono. Stasera Italia è un programma moderatamente populista, Otto e mezzo più d’elite. Nel primo c’è Vittorio Feltri che urla “Di Maio lo prenderei a schiaffoni”, nel secondo Carofiglio e Travaglio in studio. La pancia del Paese contro la testa. Un po’ come oggi è divisa l’Italia.
La prima sfida diretta è stata vinta dalla Palombelli, a sorpresa, ma la sera successiva Lilli Gruber ha avuto la rivincita: 7% di share contro il 4.8%. Le due colleghe si somigliano, ma non troppo. Sia Lilli che Barbara vengono da sinistra, ma le loro strade hanno preso direzioni diverse. L’ex mezzobusto del Tg1 non ha mai nascosto le sue idee: è stata europarlamentare dell’Ulivo, è femminista, antitrumpiana; la Palombelli è sempre stata più cerchiobottista, moglie di Rutelli sì, ma gradita a Berlusconi, ha scritto per La Repubblica ma anche per Il Giornale, è dura con l’immigrazione selvaggia (“Saremmo cattivi a identificare chi arriva?”), anticonformista, spiazzante, scuola Montanelli prima e Feltri poi. «Nella mia tomba, anche se non avrò una tomba, vorrei fosse scritto: sono stata libera», ha detto in un’intervista.
Cinquantanove anni, altoatesina, single fino ai 40 anni, poi sposata con il collega francese Jacques Charmelot, la Gruber è una conduttrice più distaccata. Scrive libri impegnati e odia i social. “Ho ricevuto un’educazione austroungarica, molto severa”, dice. Sessantaquattro anni, romana, mamma e nonna, attivissima su Facebook, la Palombelli è super pop da quando conduce il tribunale di Forum, che considera il termometro degli umori degli italiani. E’ una abitué di Capalbio, ma nega di essere radical chic. Ha conosciuto Francesco Rutelli quando erano giovanissimi, hanno quattro figli, uno naturale e tre adottivi. Lilli è più fredda, Barbara più calda. Sono unite da una gelida stima. Dice Barbara della competitor: “Siamo completamente diverse: lei ha passato la vita all’estero, io a Montecitorio. Non la invidio, semplicemente perché non l’ho mai fatto”. Lei, 15 anni fa, ha condotto Otto e mezzo, il programma contro cui oggi gareggia.
Sono entrambe due fuoriclasse. Curricula a parte, un’analisi più semplice della sfida delle 20.30 è: nella prima puntata di Otto e mezzo, Lilli Gruber ha toppato di brutto. Ma che grande esclusiva è avere Alessandro Di Battista in collegamento dal Guatemala? Davvero, ci sfugge l’irresistibile attrattiva dell’operazione. Ed è qui che la Palombelli ha giocato di astuzia. Chi invita in studio? Vittorio Sgarbi e Roberto D’Agostino (grande amico della conduttrice e “capo” di suo figlio Giorgio Rutelli, giornalista di Dagospia) trenta anni dopo la celebre rissa con schiaffoni e bicchierata in faccia. Nella seconda puntata Otto e mezzo ha puntato sull’usato sicuro, Marco Travaglio, mentre la Palombelli quasi si addormentava con Calenda in studio che teneva una lezione su globalismo e accoglienza. E ha perso.
Il campionato è ancora molto lungo.