Misteri letterari: chi è “l’uomo con l’impermeabile” che appare e scompare nell’Ulisse di Joyce?

Una figura di passaggio, che compare e sparisce all’improvviso lungo i giri di Leopold Bloom, e che lascia straniti personaggi e lettori insieme. Una risposta, anche se non definitiva, c’è

Ma chi è quell’uomo in impermeabile che, di tanto in tanto, appare tra le pagine dell’Ulisse di James Joyce? Lo vede Leopold Bloom al funerale di Dignam – chi è quel tizio allampanato, goffo, che si aggira? “Certe persone si rivelano essere qualcuno che non avresti mai immaginato”, conclude. Poi conta e riconta. E non capisce davvero da dove venga.

Il mistero continua. Molte pagine dopo un passante “con un impermeabile marrone, mentre mangiava pane raffermo, passò veloce e indenne nel sentiero del viceré lungo Lower Mount street”. È sempre lo stesso personaggio? È ancora lui? Perché farlo notare? E dopo torna ancora, quando “un uomo con un impermeabile marrone saltò fuori da una botola”.

Se è sempre lo stesso, l’uomo con l’impermeabile è menzionato, in tutto il libro, almeno 11 volte. Lo si trova nell’episodio dei Ciclopi (“L’uomo con l’impermeabile marrone ama una donna che è morta”), e anche a Itaca: “Chi era l’Impermeabile?”.

La risposta definitiva non c’è, e non ci può essere. Ma molti professori e studiosi, tra cui Vladimir Nabokov, propendono per la soluzione più semplice di tutte: il tizio in questione altri non sarebbe che James Joyce stesso. Forse ispirato dagli autoritratti dei pittori rinascimentali, ha deciso di inserirsi nel tessuto narrativo (e nel paesaggio stesso) del suo romanzo. Una sorta di firma? Una dimostrazione plastica della rinuncia al ruolo di narratore onnisciente? O una sorta di realismo estremo (cioè rappresentare Dublino con le persone che vivevano a Dublino, James Joyce compreso)?