Il 12 settembre scioperano piloti e assistenti di volo in Germania. Il 28 settembre si replica con uno sciopero europeo in sei Paesi, con l’adesione, oltre ai tedeschi, anche dei colleghi italiani, olandesi, belgi, spagnoli e portoghesi. La compagnia aerea low cost Ryanair è nell’occhio del ciclone dei sindacati di tutta Europa, che lo scorso 7 settembre si sono incontrati a Roma per fare fronte comune. Il mantra che arriva dai diversi Paesi è: la compagnia guidata da Michael O’Leary continua a non permettere alcuna rappresentanza sindacale tra i lavoratori e non rispetta i contratti nazionali, applicando ovunque il contratto di volo (al ribasso) irlandese. Mentre i colleghi viaggiano imbellettati nelle giacche delle compagnie, piloti, hostess e steward di Ryanair devono pagarsi le divise e portarsi panino e schiscetta da casa per poter mangiare in volo.
I problemi, a sentire i sindacati, sono più di uno. E si ripetono di Paese in Paese, dall’Italia alla Germania. Per prima cosa, dice Fabrizio Cuscito, responsabile trasporto aereo della Filt Cgil, «i lavoratori Ryanair non hanno un contratto unico. In Italia (700 piloti, più 1.600 assistenti di volo circa, ndr), in parte sono contrattualizzati dalla compagnia, in parte dalle agenzie interinali controllate dalla stessa Ryanair». Ci sono due agenzie che procacciano i piloti, tre che si occupano di hostess e steward. Tutti con contratti a tempo determinato, diversi da lavoratore a lavoratore, che fanno riferimento al contratto di diritto irlandese. Che non prevede le stesse tutele di quello italiano su diritti come maternità, congedi parentali e legge 104. Né include il diritto alla rappresentanza sindacale. Anzi. «Nei contratti è messa espressamente nero su bianco la clausola antisindacale», dice Cuscito. «Non è permessa alcuna adesione ai sindacati, né alle iniziative sindacali. Tra i lavoratori ci sono diversi nostri attivisti, che però non si palesano come rappresentanti sindacali, altrimenti verrebbero licenziati».
Piloti e assistenti di volo si pagano le divise da soli. E non hanno diritto ad avere un pasto a bordo. Si portano il panino da casa
Le differenze tra i contratti applicati da Ryanair e il contratto nazionale adottato in italia dalle altre compagnie, anche low cost, non sono poche. «Le paghe sono al di sotto dei minimi», dice Cuscito. E poi tutto quello che viene garantito dagli altri vettori è assente dal contratti Ryanair. «Piloti e assistenti di volo si pagano le divise da soli. E non hanno diritto ad avere un pasto a bordo. Si portano il panino da casa». E anche sulla turnazione, le sigle sindacali nutrono diversi dubbi, dopo che lo scorso anno la compagnia ha cancellato centinaia di voli perché già a settembre molti piloti avevano raggiunto il limite massimo di 900 ore di volo all’anno.
Già a inizio agosto, nel cuore dell’estate, Ryanair ha incassato uno dei peggiori scioperi della sua storia, con i piloti di cinque Paesi europei che hanno incrociato le braccia e 55mila passeggeri bloccati a terra. Ma non è bastato a far cambiare rotta alla compagnia irlandese. Che anzi, dopo l’annuncio dello sciopero tedesco, rincara la dose e minaccia tagli al personale. «Gli scioperi che vengono minacciati possono solo danneggiare le attività di Ryanair in Germania e, se saranno confermati, porteranno al taglio di basi e posti di lavoro sia per i piloti che per gli equipaggi, in particolare nelle basi secondarie», dicono dall’azienda.
C’è un mondo delle compagnie low cost che rispettano i diritti dei lavoratori, come Easyjet, e poi c’è Ryanair, che non li rispetta. Eppure anche Easyjet fa utili
Lo scorso anno Ryanair è già stata condannata per condotta antisindacale dal tribunale di Busto Arsizio. E presto, con le vertenze in corso, potrebbero arrivare altre condanne in un settore destrutturato e senza paletti rigidi imposti da parte dell’Enac. «Con Ryanair non c’è alcuna trattativa», spiega Cuscito. «Semplicemente i sindacati di tutta Europa chiedono all’azienda di incontrarli e nessuno viene convocato. C’è un mondo delle compagnie low cost che rispettano i diritti dei lavoratori, come Easyjet (che da poco ha appena rinnovato il contratto degli assistenti di volo con un aumento in busta paga, ndr), e poi c’è Ryanair, che non li rispetta. Eppure anche Easyjet fa utili».
Ora, per tre giorni fino al 13 settembre, i piloti italiani sono impegnati a votare sulla validità o meno dell’accordo firmato da Ryanair e dall’associazione professionale Anpac a fine agosto. Un accordo che però i sindacati non riconoscono e che considerano solo alla stregua di “un regolamento aziendale”. «Non è un contratto di diritto italiano, ma irlandese», spiega Fabrizio Cuscito. «L’accordo prevede l’adesione al contratto italiano nel 2022, peccato che scadrà nel 2021».