Più perturbante di un topless in spiaggia? Solo chi legge un libro sui cadaveri

La tassonomia dei lettori da spiaggia è articolata: c'è chi finge di leggere un giornale, chi attira invidie con guide turistiche e chi prova la lettura impegnata, ricevendo in cambio solo scherno. La soluzione? Leggere un libro che parla di morte: all'improvviso la caotica folla tornerà umana

Unsplash / Markos Mant

Che si fa al mare? Per la precisione, cosa si fa in uno stabilimento balneare ad agosto? Quasi tutti riescono a trovare un modo per divertirsi, o almeno per stare in pace. Prendono il sole, sembra che dormano, alcuni – dopo ore nella stessa posizione, senza curarsi dei bisogni primari – sembrano morti. Altri fanno il bagno nonostante il mare sia una fogna infestata di bambini che schizzano, lanciano palle, bucano gonfiabili. Giocano a beach volley. Sudati, impanati, fritti. Gli dei giocavano a palla per il possesso del sole, loro per una birra ghiacciata. Fanno passeggiate interminabili con marsupi fluo, avanti e indietro, all’infinito. Mangiano un Calippo e giocano a canasta al bar, seminudi. Chi non è riuscito a farsi coinvolgere in nessuna di queste attività ricreative, legge. O prova a leggere mentre intorno si scatena l’inferno. Occhiali da sole neri, grandi, a volte auricolari con musica appalla. Sdraio, ombrellone. La tassonomia dei lettori da spiaggia è caotica.

Chi legge il giornale non è incluso. Perché nessuno li legge veramente, leggono i titoli, li sfogliano distratti fino agli articoli che parlano di salute, scorrono il pezzo di rito sul melanoma poi si spalmano la crema e basta, finito tutto, chiudono il giornale.

Nemmeno chi fa i cruciverba. Tutti, di tutte le età o ceto sociale, prima o poi, provano l’accoppiata mare-cruciverba. E non riescono più a tornare indietro.

E nemmeno chi si porta il libro per fare scena: solo certi adolescenti e Salvini che si fa fotografare con il libro al contrario e lo posta sui social.

Ma se leggi un libro sui cadaveri tutto inizia a prendere senso. È una prova che i più temerari dovrebbero fare. Chi vorrebbe avvicinarsi a parlarti legge il titolo e scappa, un modo per allontanare i tipi da spiaggia che ci provano appena vedono un bikini. Chi vorrebbe avvicinarsi ma è pazzo legge il titolo e si avvicina – allora ti rendi conto che tutto è una strategia di marketing e che hai azzeccato il target

Chi legge l’ultimo di Fabio Volo o simili è tollerato, classificato comunque come uno di loro, quindi nessuno se ne cura più di tanto. Magari qualcuno azzarda anche una battuta e chiede: Com’è? Volevo comprarlo poi ho preferito prendere i croccantini gourmet al cane.

Chi si porta un tomo da più di 300 pagine, facciamo finta che sia Proust, per semplicità, è bollato come il palloso della spiaggia e anche quando proverà ad andare a farsi un bagno sarà schernito senza pietà, additato come quello che vuole fare l’intellettuale a tutti i costi o, ancor peggio, come quello che ostenta la sua presunta superiorità culturale in spiaggia, in un posto dove ci si dovrebbe spogliare dalle proprie abitudini, stare semplicemente in vacanza. Cercando di far sentire tutti scemi, o in colpa. Tutti ti odiano. E lo stigma rimarrà anche gli anni successivi.

Chi legge la guida per Bali o per qualsiasi altra destinazione esotica è odiato uguale perché che invidia.

Ma se leggi un libro sui cadaveri tutto inizia a prendere senso. È una prova che i più temerari dovrebbero fare. Chi vorrebbe avvicinarsi a parlarti legge il titolo e scappa, un modo per allontanare i tipi da spiaggia che ci provano appena vedono un bikini. Chi vorrebbe avvicinarsi ma è pazzo legge il titolo e si avvicina – allora ti rendi conto che tutto è una strategia di marketing e che hai azzeccato il target. Un’aura di mistero ti avvolge. Ti guardano interrogativi, ridacchiano o si fanno subito seri perché anche se proprio non volevano sono costretti a pensare alla morte. La folla è presente ma non si vede, come se fosse il Giudizio Universale, perché il giudizio riguarda sempre una persona sola. Una persona sola con la sua pancia cadente o con i suoi addominali scolpiti. Il libro sui cadaveri riconverte a singolarità la massa indistinta e te la fa quasi apprezzare. Sei un elemento perturbante, che contagia, da guardare di nascosto. Quasi meglio di un tanga, o di un topless.

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