Sono una brutta persona. Sto qui che, dati auditel alla mano, penso che Alberto Angela sia proprio un figo e subito mi viene da chiedermi se sia vera quella voce che lo vuole superdotato, come se avere trenta centimetri di pisello lo facesse essere ancora più figo di quanto già non sia uno che parlando di Pompei di sabato sera in prima serata si porta a casa un quarto dei telespettatori. O peggio, come se avere un pisello normale, e sarebbe anche da stabilire cosa sia normale in questo specifico settore, o anche piccolo lo facesse diventare di colpo ordinario, solo uno capace di tenere spettatori incollati alla tv a sentir parlare di Pompei il sabato sera.
Sono una brutta persona, quindi, e pure sessista. E dire che ce la metto tutta. Da tanto. Scrivo libri, studio, provo a emanciparmi. In passato ne ho anche tradotti, di libri, e uno, ci pensavo giusto l’altra sera, guardando Alberto Angela dentro la mia televisione, seppur riscontrando un sacco di distanze tra il libro che sto per citare e il figlio di Piero (intendiamoci, cito il padre solo per pigrizia e assenza di sinonimi, perché Alberto Angela è uno dei rari casi di figlio d’arte che se non supera addirittura il padre, quantomeno lo ha raggiunto, ben lo sa il povero figlio di Alberto, che preferisco non citare per nome, di colpo assurto agli onori proprio per questioni genetiche), uno dei libri che ho tradotto, dicevo, piacerebbe per alcuni tratti sicuramente ad Alberto Angela, forse pure a Piero. Si tratta di Survivor di Chuck Palahniuk. Survivor è la bislacca storia di Tender Branson, ultimo superstite di una setta, sopravvissuto a un suicidio di massa. Un libro molto bello, e anche piuttosto difficile da tradurre, per quella lingua sghemba che Palahniuk ha deciso di adottare.
Come pulire il sangue, pensavo leggendo i dati auditel, dovrebbe interessare anche Laura Pausini, che con Mediaset e Friends and Partners ha deciso di affrontare faccia a faccia Alberto Angela, andando a prendersi una di quelle mazzate sui denti che difficilmente si possono dimenticare
Non volendovi tediare con la trama, evitando così di spoilerarvi il finale nel caso voleste poi leggerlo, il motivo per cui pensavo che sarebbe potuto interessare ad Alberto Angela è che a un certo punto il protagonista, e quindi l’autore, si sofferma con puntigliosità in tutta una serie di indicazioni su come risolvere piccole emergenze, da come coprire il foro di un proiettile su una parete ad altre amenità. Una sorta di piccola enciclopedia pratica del bravo massaio. Roba che dovrebbe appassionare chi da una vita si occupa di tentare di fondere divulgazione alta con comunicazione di massa. Non ricordo esattamente a che proposito, ma uno dei consigli riguarda il come pulire macchie di sangue, forse sulla fodera di un divano, vado a memoria, essendo passati diciannove anni da quella traduzione.
Ecco, come pulire il sangue, pensavo leggendo i dati auditel, dovrebbe interessare anche Laura Pausini, che con Mediaset e Friends and Partners ha deciso di affrontare faccia a faccia Alberto Angela, andando a prendersi una di quelle mazzate sui denti che difficilmente si possono dimenticare. Un bagno di sangue, appunto, tipo famosa scena all’Overlock hotel di Shining, quando un fiume di sangue invade i corridoi.
Il flop del concerto su Canale 5 è un fatto incontrovertibile, e so già che a dirlo incapperò nelle ire della cantante di Solarolo, che col suo classico stile da signora troverà sicuramente il modo di darmi del rosicone. Questa, del resto, è una sua caratteristica, al pari della voce potente e mai calante.
Questo pensavo, anche se subito mi sono dovuto correggere mentalmente, perché se uno è capace, e questo ha fatto Friends and Partners e la stessa Pausini, di strombazzare ai quattro venti il doppio sold out al Circo Massimo, questo l’evento che sabato sera ha portato a casa un misero 8,8% di share contro il 24,3% di Pompei, come uno degli eventi dell’anno, record degno di nota, ancora più record perché prima volta di una donna in quella location, sicuramente saprà trasformare anche un 8.8% di merda in oro. Perché, per la cronaca, il Circo Massimo tiene oltre 100mila persone, inutile star qui a fare l’elenco degli artisti nazionali e internazionali che lo hanno davvero riempito, mentre i sold out della Pausini sono sì sold out, ma da 15mila spettatori, perché del Circo Massimo la Laurona nazionale ha usato una porzione minima. Come dire che fai un concerto allo stadio quando n realtà usi solo una curva, sempre per capirsi.
Sia come sia, il flop del concerto su Canale 5 è un fatto incontrovertibile, e so già che a dirlo incapperò nelle ire della cantante di Solarolo, che col suo classico stile da signora troverà sicuramente il modo di darmi del rosicone. Questa, del resto, è una sua caratteristica, al pari della voce potente e mai calante. Quella, cioè, di non accettare le critiche. Anzi, di pretendere, ovviamente senza riuscirci, il plauso di tutti tutti. Esempio, riceve nomination ai Latin Grammy? Invece di festeggiare, come è giusto e legittimo che sia, parte con una dedica a tutti quelli che non le riconoscono il successo che ha. Pretendendo, figuriamoci, che tutti ammettano che, cito a memoria, il suo ultimo album è un disco della Madonna.
I sold out della Pausini sono sì sold out, ma da 15mila spettatori, perché del Circo Massimo la Laurona nazionale ha usato una porzione minima. Come dire che fai un concerto allo stadio quando n realtà usi solo una curva, sempre per capirsi
Questo aspetto, cioè il parlare senza filtri, dannazione di chi lavora con e per lei, viene spesso visto come un pregio dai suoi fan, che la adorano anche per essere passionale. Per dire, se attacchi sui social Massimo Bernardini di Tv Talk perché, a tuo dire, è stato vagamente sessista in un suo tweet dove sottolineava alcune tue pecche, più o meno condivisibili, non dovresti poi dare della “troia” a una tua amica che ti ha tradito. Perché sei a tua volta sessista. Ma ovviamente per i fan Bernardini è sessista e lei è passionale, valli a capire.
Stesso discorso, hai praticamente tutta la stampa inginocchiata ai tuoi piedi, inutile ricordare viaggi a Miami e foto a bordo piscina ormai entrate nella mitologia, ma se un critico prova a dire che ti trova dozzinale, e che i tuoi lavori sono orridi, ecco che scatti di pancia e fai dichiarazioni tipo “lascerò l’Italia perché qui non sono giustamente apprezzata”, vado sempre a memoria, oppure “dedico queste nomination a tutti quelli che mi criticano nonostante i miei successi“. Invece di invitare i tuo fan a fare all’amore alla fine di ogni concerto, verrebbe da dire, sarebbe il caso di imparare a godersi un po’ più la vita. Ma se mai dicessi una cosa del genere, altro che Alberto Angela superdotato, sarei additato come supersessista.
Questo aspetto, cioè il parlare senza filtri, dannazione di chi lavora con e per lei, viene spesso visto come un pregio dai suoi fan, che la adorano anche per essere passionale
Invece sono solo un critico musicale che ritiene anche meritato il successo di Laura Pausini, ma al tempo stesso la ritiene una artista dozzinale, senza un grande talento interpretativo e con un repertorio che in bocca a lei diventa più basso di quanto non sarebbe di suo. Due affermazioni, queste relative al successo meritato e alla dozzinalità della Pausini, che solo in apparenza sembrano contraddirsi a vicenda, ma che semplicemente attestano che in giro c’è un sacco di gente che apprezza musica dozzinale.
Purtroppo, per lei, per Mediaset e per Friends and Partners, la stessa gente sembra apprezzare di più Alberto Angela che parla di Pompei, e un sacco di altri artisti che, alla fin fine, hanno raggiunto negli ultimi anni risultati migliori dei suoi anche con investimenti di partenza assai più scarsi, vedi alla voce Sfera Ebbasta, per fare un nome.
Questo dico, tornando a suggerire una veloce lettura di Survivor per rassettare dopo il bagno di sangue, consapevole che come certi villaggi Sioux che si sono opposti a costo dello sterminio all’avanzare della ferrovia, in mezzo al mare di colleghi a quattro zampe qualcuno che continua a dire le cose come stanno c’è. Non si può volere tutto dalla vita, cara Laura, goditi i numeri (non quelli dell’auditel), la critica, purtroppo, non è in vendita.