Avevano promesso: non sarà una stangata. Aggiungendo, per indorare la pillola, che l’innovazione costa, ed è giusto che a pagare il conto siano anche i consumatori. Ma a distanza di quasi nove mesi dall’entrata in vigore della legge che impone l’acquisto dei bioshopper viene fuori tutta un’altra verità.
Il conto è molto più salato di quanto annunciato, considerando i due estremi della forchetta di previsioni, la più bassa firmata da Gfk Eurisko (circa 12 euro all’anno) e la più alta di Codacons (non meno di 20 euro).
E pagano solo i consumatori, mentre per le aziende, innanzitutto i produttori dei sacchetti e le catene della grande distribuzione, il bioshopper obbligatorio si sta rilevando un gigantesco affare. Con una bella torta da dividere: in Europa circolano ogni anno 100 miliardi di buste per la spesa usa-e-getta, e l’Italia è ai primi posti della classifica per consumo pro-capite.