Consulenza d’oro per Dino Giarruso, il paracadutato che non voleva il paracadute

L’incarico al ministero dell’Istruzione è il meglio retribuito tra quelli dei collaboratori del ministro Bussetti. E il suo percorso politico, a quanto pare, è stato tutto un cercarsi i “paracadute” a cui diceva di voler rinunciare

E finalmente abbiamo sistemato Giarrusso. Questo si saranno detti tirando un bel sospiro di sollievo gli sherpa del Movimento 5 stelle dopo la nomina dell’ex Iena a collaboratore del viceministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. Ma a sfregarsi le mani anche più di loro, sarà stato lo stesso Giarrusso vista la sua retribuzione non troppo “anticasta”. Se della nomina si è scritto e detto tanto, infatti, quello che fino ad oggi non si conosceva era proprio il suo stipendio. Con notevole ritardo rispetto agli altri dicasteri, però, il Miur ha finalmente pubblicato la lunga lista di consulenti e collaboratori: tra tutti a spiccare è proprio Dino Riccardo Maria Giarrusso cui, dai documenti ufficiali, andrà una retribuzione di 78mila euro annui.

Non pochi considerando, peraltro, che il convinto pentastellato sempre pronto a scagliarsi contro la casta (solo due giorni fa esultava su Facebook per il taglio dei vitalizi al Senato parlando di «privilegi indegni che una pessima classe politica si era autoassegnata mentre chiedeva continui sacrifici ai cittadini comuni»), godrà dello stipendio più alto rispetto a tutti gli altri collaboratori in forza al ministero dell’Istruzione. Il conto è pressoché immediato: gli otto consulenti «di particolare professionalità o specializzazione» saranno tutti a titolo gratuito o usufruiranno di piccoli rimborsi; gli altri undici collaboratori diretti, invece, viaggiano tutti su una retribuzione tra i 30mila e i 40mila euro. Addirittura anche il dottor Michele Zarrillo, che si occuperà del delicato settore giuridico-legale dell’attività del ministro Marco Bussetti, non arriva alla Iena, fermandosi a quota 60mila.

Tra tutti a spiccare è proprio Dino Riccardo Maria Giarrusso cui, dai documenti ufficiali, andrà una retribuzione di 78mila euro annui. Godrà dello stipendio più alto rispetto a tutti gli altri collaboratori in forza al ministero dell’Istruzione

Come lui, dunque, non c’è nessuno. A parlare per tutti, d’altronde, è il suo cursus honorum. Come più di qualcuno ricorderà, l’ex Iena aveva lasciato la Tv per candidarsi con il Movimento Cinque Stelle. La sua avventura politica però non è neanche iniziata, essendo stato battuto nel collegio Gianicolo a Roma dal radicale Riccardo Magi.
Poco male: dopo le elezioni del 4 marzo, ottiene comunque un posto dai Cinque stelle come capo della comunicazione del gruppo di Roberta Lombardi alla Regione Lazio. L’incarico, però, dura solo un mese a causa di alcuni dissapori interni. Giarrusso, però, non si arrende e, in men che non si dica, il suo nome spunta pure nell’elenco dei candidati al Cda della Rai. Ma gli va male anche lì. E alla fine un posto salta fuori all’Istruzione. Con una retribuzione, come detto, non proprio modesta. E finalmente abbiamo sistemato Giarrusso, appunto.

Meno male che Giarrusso, c’è. Lui che prima delle elezioni diceva: «Mi candido senza paracadute». Appunto

C’è da dire, però, che non sarà in cattiva compagnia. Accanto a giovani filosofi (Edoardo Berenato) che cureranno «l’elaborazione di testi e interventi del ministro» (30mila euro), professionisti (Fabrizio D’Agosta) che si occuperanno esclusivamente dei social (33mila euro), spuntano anche fedelissimi della Lega come Simone Gerardin (addetto stampa, 40mila euro), un passato a La Padania ed ex portavoce di Attilio Fontana.

Non manca, poi, chi è riuscito a reinventarsi: Giulio Notturni si occuperà della «comunicazione digitale e web» per 36mila euro. Lo stesso incarico di cui godeva fino a pochi mesi al ministero della Salute guidato da Beatrice Lorenzin. Nel passato di Notturni spicca una consiliatura municipale a Roma e una candidatura con Alfio Marchini. Un mondo non proprio affine al “cambiamento” ventilato dai gialloverdi. Meno male che Giarrusso, c’è. Lui che prima delle elezioni diceva: «Mi candido senza paracadute». Appunto.

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