Non solo per fare vestiti. Presto il cotone servirà anche per creare del cibo. È l’ultima autorizzazione data dal dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti. Da quest’anno i contadini potranno coltivare piante di cotone anche per fini alimentari. Ma, sia chiaro: prima di immaginarsi quei campi pieni di fiocchi fluttuanti nell’aria diventare delle crocchette, va ricordato che della pianta di cotone sono commestibili solo i semi.
Finora erano stati impiegati solo per nutrire gli animali o, sotto pressione, per creare dell’olio. Ma adesso, grazie all’opera di un team di biologi guidati da Keerti Rathore, ricercatore dell’Università del Texas, si possono anche mangiare. Gli scienziati hanno elaborato una nuova qualità di cotone, transgenica, i cui semi rimangono pieni di proteine ma vengono quasi del tutto privati del gossipolo, una sostanza tossica che li rende velenosi per gli esseri umani. Lasciando una quantità minima, risultano del tutto commestibili per noi ma velenosi per gli insetti. I risultati si trovano pubblicati sulla rivista specialistica Agrilife.
Ma di cosa sanno? “Be’, di hoummus”, ha detto Rathore in un’intervista a Fortune. Un sapore “per niente sgradevole”, ha aggiunto. Ed è sicuro di aver trovato un rimedio per la fame nel mondo valido per il futuro. “Potrebbe avere un ruolo determinante. Sia per la sua resistenza che per la sua duttilità. I coltivatori potranno ricavare dal cotone le fibre tessili ma anche allimenti per aniamli e per uomini”.
Mezzo chilo di fibre di cotone, ricorda, equivalgono a circa 1,5 chili di semi. E da questi si possono ricavare ricette di ogni genere: in polvere, alla griglia o sotto sale, come se fossero snack. Il cibo del futuro, insomma, lo portiamo già addosso.