Impara a prendere appunti come si deve con il metodo Cornell

Sono le "Cornell Notes", metodo inventato negli anni ’40 e che ha avuto successo in tutto il mondo. Chiarisce i concetti e fa risparmiare tempo

Istruzione, formazione, education. Tutte belle parole che servono a girare intorno a un problema essenziale: l’efficacia dell’insegnamento. Come si trasmettono conoscenze da una persona all’altra? Nonostante le miriadi di teorie, metodi e pratiche messi in piedi nei secoli, alcuni requisiti sono fondamentali. Gli insegnanti devono essere bravi. Ma non basta: anche gli studenti devono essere volenterosi e desiderosi di imparare. Ma soprattutto – e qui si entra nel dettaglio del dettaglio – devono sapere come si studia. Devono imparare a imparare. E per questo, serve prendere appunti.

Gli appunti, si sa, sono quasi espressione della personalità. Eppure esistono metodi famosi e condivisi considerati, a livello più o meno generale, validi. Ad esempio, le “Cornell notes”.

Inventate nel 1940 da Walter Pauk, professore di Cornell e autore di How to Study in College, hanno conosciuto nel tempo un grande successo. Questo potrebbe suggerire che, tutto sommato, qualche efficacia ce l’abbiano.

Si tratta di dividere il foglio in tre colonne. Una per parafrasare i punti principali della lezione, una per riassumerli e la terza per aggiungere domande sul contenuto (che, in effetti, sono una sintesi estrema). In sostanza sarà enorme e molto intenso il lavoro da fare in classe ma – garantiscono – molto remunerativo in termini di tempo risparmiato dopo. Al momento dello studio, basterà guardare la colonna delle domande (Ad esempio: “Quali sono i principi su cui si basano X e Y?” O anche “Quali sono le conseguenze di questo e quello?”) e tentare di rispondere senza leggere quanto scritto nelle colonne precedenti.

Al metodo base si sono aggiunte poi varianti ed evoluzioni. Alcuni, come questo del video, prevedono l’aggiunta di disegnini (ma non troppo elaborati, altrimenti assorbono tutto l’impegno), più i britannicissimi “key points” o “key words” e, perché no, la conversione della colonna delle domande in “persone e/o idee importanti”.