Lega e Cinque Stelle perdono consenso, ma non hanno avversari: alle Europee sarà una partita tra loro

Per la prima volta i due partiti di governo perdono consenso, a causa della manovra. Ma non cambia nulla: alle Europee saranno loro a sfidarsi. Con buona pace di un Pd che spera di rientrare in gioco

È stata una settimana difficile per il Governo gialloverde. Tra litigi sul Def, spread che si impenna, voci di dimissioni di Conte e manine misteriose, la situazione è sembrata poter precipitare da un momento all’altro. Come non bastasse, hanno iniziato a piovere sul governo anche i primi numeri negativi dei sondaggi dal giorno dell’insediamento a oggi. Nulla di tragico per Lega e 5 Stelle, certo, ma comunque un segnale da non minimizzare.

La manovra, che inizialmente sembrava piacere agli italiani, alla lunga non ha convinto: troppi dubbi anche all’interno della stessa maggioranza, troppe insicurezze da parte dei mercati. Così, dopo mesi di idillio, il trend del gradimento dei partiti di governo certificato dai sondaggisti è virato verso il segno “meno”: per la Supermedia di YouTrend per Agi, la Lega scende per la prima volta, e di quasi un punto percentuale in una sola settimana, scivolando al 31%. I 5 Stelle hanno una flessione più leggera e pressoché irrilevante, e si attestano al 28.3%: sono tuttavia più di 4 punti in meno rispetto al voto politico di marzo.

Se tornare al voto non conviene a nessuno, visto che Di Maio perderebbe molti parlamentari e Salvini non ha una gran voglia di ricostruire la coalizione di centrodestra, è probabile che questa situazione di litigiosità interna al governo prosegua per mesi. Con il Partito Democratico in panchina, alle prese con un congresso difficile e con l’iper-presenzialismo di Matteo Renzi a indebolirlo ulteriormente, la partita delle europee sarà inevitabilmente tra Lega e 5 Stelle

Ma i litigi degli ultimi giorni tra MoVimento e Lega non sono casuali: la legge dell’alternanza in un contesto tripolare con governo di grande coalizione non esiste, e il principale nemico e competitor dei 5 Stelle in vista delle elezioni europee è proprio il partner leghista – e viceversa.
Si giocano il ruolo di primo partito, e si contendono un importante segmento elettorale in bilico: sono molti i sostenitori grillini passati alla Lega, e Di Maio vuole porre fine a questa costante erosione.

Con il Partito Democratico in panchina, alle prese con un congresso difficile e con l’iper-presenzialismo di Matteo Renzi a indebolirlo ulteriormente, la partita delle europee sarà inevitabilmente tra Lega e 5 Stelle: all’orizzonte non si vedono altre stelle in ascesa. Dunque, se tornare al voto non conviene a nessuno, visto che Di Maio perderebbe molti parlamentari e Salvini non ha una gran voglia di ricostruire la coalizione di centrodestra, è probabile che questa situazione di litigiosità interna al governo prosegua per mesi. Sono polemiche tattiche, finalizzate a mandare messaggi chiari al proprio elettorato storico per quanto riguarda Di Maio, per galvanizzare la base e rivolgersi agli elettori di centrodestra non ancora convinti da parte di Salvini.

I due VicePremier quindi sono destinati ad una costante sfida strategica in punta di fioretto, una guerra di logoramento con le elezioni europee come tappa intermedia – o come tappa finale, nel caso uno dei due ne uscisse pesantemente sconfitto e decidesse di staccare la spina al Governo. Nel mezzo, il premier Giuseppe Conte gioca il difficile ruolo di mediatore con scarso peso politico. Non sembra al momento riuscire a incidere in questo confronto a distanza tra i due leader, ma i prossimi mesi serviranno a mettere in luce le sue doti da mediatore. O a farlo cadere, trasformandolo in una delle più rapide meteore della storia politica italiana.

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