Perché la manovra del popolo è un capolavoro di marketing politico (comunque la pensiate)

Uno slogan comunicativo efficace, la coerenza rispetto ai programmi, i cavalli di battaglia portati a casa, l’approvazione degli italiani: comunque vada con la Commissione Europea e i mercati, la finanziaria ha aumentato il consenso al governo

Politica e comunicazione non sono più momenti separati, e il Documento di Economia e Finanza promosso dal Governo gialloverde in questi giorni conferma una volta di più questo nuovo paradigma. Il “Governo del cambiamento” ha quindi prodotto la “#ManovraDelPopolo”: un nuovo frame semplice ed efficace, che mostra un’attenzione maniacale nella definizione di sé portata avanti dagli abili spin doctor governativi.

Ciascuna scelta politica contenuta nella nota di aggiornamento al Def risponde a esigenze strategiche precise dei partiti di maggioranza.
Il primo obiettivo dell’esecutivo era riaffermare la contrapposizione dicotomica tra l’élite, rappresentata dalla finanza, dall’Europa, dall’opposizione, e il popolo, rappresentato da Lega e 5 Stelle. Una manovra di “rottura” quindi: proprio ciò che cercano gli italiani, ai tempi della sfiducia e del rifiuto verso la politica tradizionale.

I contenuti della manovra, invece, parlano a target ben precisi.
Per i Cinque Stelle, era fondamentale – in un momento difficile e di calo di consensi – lanciare un segnale forte ai propri elettori inserendo nella manovra il proprio cavallo di battaglia: il reddito di cittadinanza. E lo scontro con il Ministro dell’Economia, esasperato sui media fino all’estremo, è stato funzionale a evidenziare l’impegno instancabile di Di Maio e del MoVimento per portare a casa una battaglia per la quale i ministri a 5 Stelle erano “pronti a tutto”. Anche a far saltare il governo. L’obiettivo di Di Maio era ed è, anzitutto, fermare l’emorragia di consensi, recuperando credibilità tra i suoi elettori scontenti, soprattutto meridionali, vera base di voti del partito; ma anche mostrare il proprio peso specifico all’interno del Governo, messo in dubbio da tanti analisti nell’ultimo periodo.
Salvini, invece, che nei giorni scorsi è stato meno attivo sul piano comunicativo, può egualmente ritenersi soddisfatto della manovra, che tra pace fiscale, aliquota unica per le partite IVA e superamento della Legge Fornero raggiunge ancora una volta molti degli obiettivi leghisti. E soprattutto può proseguire l’efficace erosione di consensi verso Forza Italia, oramai svuotata nei consensi e messa all’angolo nelle proprie storiche battaglie fiscali ed economiche dal nuovo corso leghista.

Complessivamente, il reddito di cittadinanza è promosso dal 44% degli italiani, mentre lo boccia il 46% (e il 44% degli elettori leghisti, verosimilmente concentrati nel Nord Italia); la riforma fiscale, di marca salviniana, convince invece il 47% dei cittadini ed è respinta solamente dal 32%. Ancora una volta quindi, è la Lega a uscirne meglio, e a mostrare un consenso elevato verso i propri provvedimenti

Per comprendere gli effetti della manovra sul consenso degli attori politici nelle prossime settimane, è invece utile analizzare il sondaggio Ipsos per Il Corriere della Sera pubblicato sabato.

I vice premier possono festeggiare: gli elettori dei due partiti di Governo approvano la manovra.
Complessivamente, il reddito di cittadinanza è promosso dal 44% degli italiani, mentre lo boccia il 46% (e il 44% degli elettori leghisti, verosimilmente concentrati nel Nord Italia); la riforma fiscale, di marca salviniana, convince invece il 47% dei cittadini ed è respinta solamente dal 32%.
Ancora una volta quindi, è la Lega a uscirne meglio, e a mostrare un consenso elevato verso i propri provvedimenti.
Ma possono gioire entrambi i partiti: Salvini prosegue la fase di “espansione del consenso” della Lega, mentre Di Maio lancia un messaggio forte nel tentativo di recuperare i voti perduti da maggio a oggi. Una manovra, quindi, pensata per essere comunicata. “Elettorale” nel momento in cui più che sulla visione di futuro del Paese si concentra sul consenso nel breve e medio termine dei partiti di governo. Non pare aver entusiasmato gli italiani, ma complessivamente supera l’esame del consenso: Di Maio e Salvini possono proseguire questo percorso di governo con ottimismo.

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