L’attuale fama di Zelda Fitzgerald è spesso ancora il triste riflesso di quella del suo più conosciuto marito, Francis Scott. Insieme furono l’icona di un’epoca e la loro vita fu ruggente come i loro anni 20.
Spesso nominata en-passant come la moglie dell’autore de Il grande Gatsby, Zelda Fitzgerald si dedicò al ballo e alla letteratura, scrivendo diversi articoli e racconti (da sola o in coppia con il marito) e un unico romanzo autobiografico: Lasciami l’ultimo valzer.
L’aspetto più misconosciuto di questa grande figura rimane però la sua produzione artistica estremamente interessante e a lungo dimenticata -è il caso di dire- in soffitta. Zelda non solo si considerava un’artista, ma era anche eccezionalmente dotata. I suoi dipinti la collocano tra gli scrittori e le scrittrici con talenti poco conosciuti nelle arti visive; si ricordano i disegni di Tolkien, gli schizzi di Sylvia Plath, le illustrazioni di William Faulkner e i fumetti di Flannery O’Connor.
Fino agli anni ’60 (quindi per 12 anni dopo la sua morte), i suoi quadri rimasero nascosti nella soffitta di famiglia e ne è giunta fino a noi solo una minima parte. Molti furono infatti distrutti per vendetta da sua madre, con cui aveva un rapporto turbolento; altri furono distrutti da Zelda stessa o dal Federal Art Project su sua espressa richiesta.