Ha venduto 300 milioni di copie in tutto il mondo ma in Italia non lo conosce nessuno. È Jin Yong (anche noto come Louis Cha), autore cinese nato a Haining nel 1924 e morto a Hong Kong il 30 ottobre 2018. Forse, dicono, è uno degli autori più importanti della letteratura cinese moderna. Di sicuro, ha venduto più dell’americano James Patterson, che pure ha scritto un thriller con Bill Clinton (275 milioni), ha battuto John Grisham (250 milioni) e si è mangiato a colazione gente del calibro di J. R. R. Tolkien (200 milioni) e Dan Brown (anche lui 200), E. L. James (quello delle varie sfumature di grigio, che ha venduto 125 milioni) fino a scendere giù giù a Patricia Cornwell, ferma a 100.
Eppure in Italia ha pubblicato solo un romanzo, “Volpe Volante della Montagna Innevata”, nel 2006, a opera della casa editrice Pisani. Come si spiega questa lacuna?
Forse col genere letterario. Jin Jong è un autore di romanzi “wuxia”, che altro non sarebbe che il corrispettivo di cappa e spada cinese. Cavalieri e arti marziali: forse sono considerati troppo distanti e indigesti al pubblico italiano? Non si sa. È comunque un mistero, anche perché secondo l’Oxford Guide to Contemporary World Literature, i suoi romanzi sono di “qualità elevata” perché sono in grado di piacere a pubblici diversi con gusti diversi. Superano le barriere ideologiche e geografiche delle diverse comunità cinesi in tutto il mondo – altro motivo che spiega la sua popolarità. Forse la percentuale di cinesi in Italia è troppo ridotta per giustificare una traduzione?
Magari è l’aspetto patriottico che illumina le sue opere a non piacere. Molti dei suoi romanzi sono ambientati in periodi in cui la Cina era occupata dagli stranieri (mongoli, di solito) o era sotto minaccia di occupazione. In ogni caso, tutte le popolazioni non-Han (che comunque resta quella cui appartengono i protagonisti) vengono lodate per diverse qualità del loro carattere. Addirittura, arriva ad apprezzare Gengis Khan in confronto alla burocrazia cinese dell’epoca Song.
Insomma, un autore prolifico, enorme e famosissimo. Chissà perché non qui.