Chi è che non si è mai ritrovato a fantasticare su come vivremo nel futuro? Che sia per curiosità o per sincera preoccupazione, di scenari ce ne siamo figurati tanti. Avrà ragione Spielberg con il suo Ready player one, dove la realtà virtuale occuperà una parte enorme della nostra quotidianità? Ci capiterà come nel film Her di innamorarci dell’intelligenza artificiale? Oppure come in Annihilation circoleranno sempre più creature mutanti e nuove forme batteriologiche saranno in grado di modificare il nostro stesso Dna? Se di certezze non ce n’è, 2050. Guida (fu)turistica per viaggiatori nel tempo (Impactscool) è però un libro che potrebbe dissipare almeno qualche dubbio riguardo al futuro.
Una panoramica a 360 gradi di come sarà il mondo fra trent’anni, dalla medicina ai trasporti, dall’ambiente alle relazioni interpersonali, elaborata da Cristina Pozzi, imprenditrice, advisor e angel investor che del dialogo sul futuro ha fatto il suo core business. Con Impactscool, think tank e organizzazione no profit, punta a diffondere, tramite workshop e formazione nelle scuole e nelle università, conoscenza e riflessione sulle tecnologie e i loro impatti.
Che cosa mangeremo, come ci sposteremo e che lavori faremo nel 2050, dunque? Il libro parte da una premessa forse ovvia, ma importante: fra trent’anni il mondo ruoterà intorno alla tecnologia. Le innovazioni ci faciliteranno la vita quotidiana, ma al contempo ci metteranno di fronte a questioni etiche non da poco. Sarà un mondo migliore o peggiore? Dipende dai punti di vista, naturalmente. Quello che emerge dal libro, però, è un ritratto dichiaratamente ottimista del futuro, «perché è la visione che abbiamo oggi quella che determinerà il domani, quindi la scelta migliore che abbiamo è quella di cercare di essere positivi», dice l’autrice.
Il mondo di domani, tanto per cominciare, sarà molto più affollato: sulla Terra presto ci saranno oltre 9 miliardi di persone. Qualcuno (principalmente scienziati) abiterà su Marte, mentre chi rimarrà sul pianeta vivrà in una società molto diversa: avremo nuclei familiari più piccoli, ma le persone saranno più sane, grazie agli interventi di ingegneria genetica che ci consentiranno sia di “correggere” i difetti dei nostri cromosomi che di scegliere il miglior corredo genetico possibile per i nostri figli. In laboratorio si potrà infatti non solo decidere di avere bambini, biondi, rossi, alti o con gli occhi a mandorla, ma anche creare embrioni di cui persone dello stesso sesso saranno entrambe genitori biologici. Avremo un’aspettativa di vita più lunga, fra i 130 e i 150 anni. Ma gli studi contro l’invecchiamento del cervello ci porteranno a studiare come riuscire a vivere fino a 400 anni.
Avremo nuclei familiari più piccoli, ma le persone saranno più sane, grazie agli interventi di ingegneria genetica che ci consentiranno sia di “correggere” i difetti dei nostri cromosomi che di scegliere il miglior corredo genetico possibile per i nostri figli
Con metodi contraccettivi sempre più sofisticati e il controllo totale delle nascite, cambieranno anche le relazioni amorose: potremo godere del piacere sessuale senza riprodurci, riprodurci senza l’atto sessuale e accoppiarci con robot sempre più simili a noi (si stima che nel 2050 più di una persona su dieci avrà avuto un rapporto sessuale con una macchina). Gli automi contribuiranno ad alleviare problemi come la prostituzione, la violenza, la pedofilia e le malattie sessualmente trasmissibili; traguardi non indifferenti, anche se presumibilmente gli umani potrebbero subire qualche complicanza dal punto di vista dell’affettività.
I robot arriveranno a superarci per numero, ponendo interrogativi sempre più importanti riguardo i loro compiti, diritti e doveri. E d’altra parte saremo anche noi sempre più simili a robot, grazie ad una serie di microchip e altre tecnologie impiantate nel corpo per diventare ancora più performanti. I robot, comunque, continueranno ad sollevarci da molte mansioni, tanto che il loro lavoro sarà effettivamente tassato, e in generale il mondo professionale proseguirà nella sua profonda trasformazione. Se da un lato serviranno, naturalmente, sempre più figure professionali tecniche e scientifiche, dall’altro comunque le competenze umanistiche non verranno meno, e anzi i mestieri del futuro richiederanno sempre più interdisciplinarietà. Così nasceranno genetisti filosofi, esperti linguisti per programmare l’intelligenza artificiale e psicologi che si dedicano alla robotica.
In futuro si differenzieranno non solo le competenze, ma anche le mansioni: faremo più lavori contemporaneamente, e guadagneremo anche dalla vendita delle nostre informazioni personali (e persino del nostro Dna). Così il tema della sicurezza informatica diventerà sempre più fondamentale tra le nuove professioni, insieme all’esplorazione dello spazio, la gamification e le neurotecnologie. Allo stesso tempo cambierà anche il mondo dell’istruzione, dove la formazione sarà continua e l’educazione liberamente partecipativa. A scuola non esisteranno più voti, bensì un feedback che darà conto del livello di conoscenze raggiunte.
Ancora. Nel futuro la sostenibilità ambientale sarà un tema cruciale (molto più di quanto non lo sia ora). Con l’aumento della temperatura e del livello dei mari, tutto si giocherà in termini di energie rinnovabili, energia solare (che proverrà dallo spazio) e fissione nucleare. Per via dei fenomeni climatici, i flussi migratori aumenteranno. Occorrerà una nuova rivoluzione agricola: inizieremo a produrre carne e verdure in laboratorio, ma gli Ogm non saranno visti come un male, perché ci regaleranno cibi più sani, belli e durevoli. Grazie alle cellule staminali, si potrà produrre (e consumare) anche carne umana, e in generale gli alimenti saranno sviluppati per svolgere ancora meglio funzioni benefiche per il corpo. L’intelligenza artificiale ci proporrà diete personalizzate in base ai nostri bisogni e gusti (utili anche per modificare e perfezionare il nostro stesso Dna), e anche il frigo di casa, grazie all’IoT, saprà farci da solo la lista della spesa. Il tracciamento totale e l’ottimizzazione della produzione ridurrà gli sprechi al minimo, e il supermercato, così come i negozi e i ristoranti, saranno riprogettati come luoghi esperienziali e di intrattenimento.
Nel mondo del futuro ci divertiremo in maniera più evoluta: la realtà virtuale ci consentirà di vivere il momento (che sia una partita di calcio o un concerto) ancora più intensamente, rendendoci protagonisti, e per i pagamenti non servirà portarsi più in giro i contanti e nemmeno le carte di credito, perché ogni transazione sarà fatta in criptovalute e autorizzata tramite riconoscimento facciale. La blockchain avrà ormai pervaso ogni aspetto della vita, rendendo assolutamente sicure le transazioni economiche di ogni genere e limitando quindi molte attività criminali. D’altra parte, però, i reati cibernetici saranno ancora più pericolosi, tant’è che i sistemi di sicurezza informatica saranno fondamentali per il funzionamento della società.
E i trasporti? Velocissimi: molte saranno le auto autonome in circolazione (con corsie dedicate), tutti i mezzi funzioneranno a motori elettrici o con biocarburanti, e soprattutto saranno utilizzati in condivisione. In città ci sposteremo a bordo di overboard (come in Ritorno al futuro) o con i jetpack (zaini a propulsione). Sotto terra, invece, viaggeremo alla velocità di 1200 km/h grazie alle capsule pressurizzate dell’hyperloop. E, naturalmente, saranno sviluppate nuove navicelle spaziali ad uso civile per turismo.
Il mondo del futuro non è tutto rose e fiori: la guerra esisterà ancora, avremo nuove malattie e un’ipotetica eccessiva fiducia nella tecnologia potrebbe portarci a catastrofi ambientali o politiche
Ma presumibilmente sarà proprio la disparità di accesso alle tecnologie ad allargare la forbice tra le classi. Il rischio è che in futuro si creino letteralmente diverse specie di esseri umani: da un lato persone ricche, intelligenti, sane e con un’alta aspettativa di vita, dall’altro gli ultimi che, esclusi da tutto questo, saranno ancora più svantaggiati. Il mondo del futuro, infatti, non è tutto rose e fiori: la guerra esisterà ancora, avremo nuove malattie e un’ipotetica eccessiva fiducia nella tecnologia potrebbe portarci a catastrofi ambientali o politiche.
È proprio per scongiurare deviazioni pericolose in stile Black Mirror che la riflessione sul futuro rimane un esercizio fondamentale da svolgere: «Se non ci si immerge nel futuro, se non lo si capisce, se non si ha l’occasione di rifletterci sopra, non si può influenzarlo», spiega Pozzi. «Si pensa sempre che il futuro non ci riguarderà, oppure che i problemi li risolverà qualcun altro. Ma alcune cose si possono indirizzare già oggi, basti pensare agli strumenti per ridurre le emissioni e rallentare il cambiamento climatico». Lungi dal pretendere di avere tutte le risposte sul futuro, 2050. Guida (fu)turistica per viaggiatori nel tempo è comunque un libro i cui contenuti partono da uno studio rigoroso di tendenze che stanno accadendo nel presente, e che nei prossimi trent’anni avranno un impatto fondamentale.
«Le tecnologie più potenti oggi, dall’uso dell’intelligenza artificiale per comprendere il mondo e prendere decisioni al quantum computer e le innovazioni nel campo medico rappresentano un vantaggio competitivo enorme», specifica l’autrice. «Cosa manca? La capacità di avere una visione di lungo periodo e di trasformarla. Se le decisioni vengono prese a tre anni, si naviga a vista. Bisogna ampliarle a trenta. Non è troppo tardi, basterebbe indirizzarsi guardando dalla parte giusta».
E per allenarsi a pensare al futuro nel proprio piccolo, invece? Pozzi non ha dubbi in proposito: «Bisogna farsi le domande giuste, farsene tante, e non dare mai nulla per scontato o accettare nulla per partito preso. Quando si parla di futuro c’è chi lo studia di più e chi di meno, ma non c’è nulla di prestabilito. Approfondire e imparare dalla storia è l’altra regola fondamentale. Perché parlare di futuro vuole dire guardare anche al passato».